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Blogtour: Forte come l'onda è il mio amore, di Francesco Zingoni. Terza Tappa.
Creato il 21 settembre 2013 da Mik_94Come potevo dire di no, quando Monica e Alessia mi hanno proposto di ospitare la terza tappa del blogtour ad esso dedicato? Volevo parlarne ancora e volevo che un fortunato avesse la possibilità di vincere un copia di questo gioiello di libro – pieno di poesia, intrecci sontuosi, colpi di scena spiazzanti, acque gelide e correnti tiepide. Pieno d'amore. Giovedì, su Books Land (qui), Monica ha ospitato la prima parte dell'intervista; ieri, su Il profumo dei libri (qui), Alessia ha intrattenuto i suoi lettori con un'altra serie di domande e risposte, a cui il gentile e disponibile Francesco ha risposta nella maniera originale e completa che gli è sempre propria. Oggi, invece, a me tocca ospitare la terza tappa del tour: l'ultima prima del giveaway finale, che ospiteremo tutti e tre sui nostri blog domani, 22 Settembre. L'autore, questa volta, ci parla della colonna sonora del suo romanzo d'esordio. Quindi – è il caso di dirlo – buona lettura e buon ascolto. Anzi, buon viaggio. La parola al nostro Francesco...
Innanzitutto, grazie per l'idea della playlist! Mi ha dato il coraggio, dopo un anno, di riaprire il mio romanzo. Poi la musica è il mio argomento di conversazione preferito, potrei andare avanti per ore. Quindi, per non dilungarmi troppo, ho deciso che sarà una playlist un po' particolare: ho scelto solo due canzoni. Delle altre, mi limito a dire che sono tutte legate a un genere particolare: la strana legge emotiva che ci fa amare per sempre la musica dell'adolescenza, mi ha fatto riempire questo libro di grunge. Erano i primi anni '90, e noi (Demian e io) eravamo appunto due (stupidi) adolescenti.
- 1 - "Cogli una canzone, e canta una gialla nettarina Fai un bagno, io berrò l'acqua che lascerai". La prima canzone che ho scelto è il cuore stesso del libro. Restando sull'adolescenza, il suo ritornello rappresenta l'anello che tiene saldamente unita quell'età caotica con la mia vita da adulto. C'è un verso bellissimo in quel ritornello. Qualcosa che può sembrare solo una sciocca promessa d'amore tra due ragazzini. E invece, vent'anni dopo, quel verso resta ancora la verità più grande della mia vita. "Se tu dovessi morire prima di me chiedi se puoi portare un amico." La canzone è "Still Remains", e loro sono gli Stone Temple Pilots.
- 2 - La seconda canzone l'ho scelta perché vorrei raccontare dell'uomo che la cantava. La sua storia è poco nota, nonostante la fama raggiunta dal suo gruppo: gli Alice in Chains, una delle icone del grunge. Il suo suicidio non ha avuto lo stesso clamore di quello di Kurt Cobain. A differenza di Kurt Cobain, il suo fu un lento suicidio d'amore. Lui si chiama Layne Staley. Ha un voce unica e una sensibilità che sfiora il patologico. E quando il successo lo travolge, la sua indole autodistruttiva prende il sopravvento. Ma non è un atteggiamento costruito, non lo fa per lo spettacolo. Tra le tante donne che attraversano la sua vita ce n'è una speciale, che forse può salvarlo. Si chiama Demri Lara Parrot. L'unica che Layne ama davvero. Ma il loro sogno dura poco. Il 29 ottobre 1996, a ventisette anni, Demri muore per un'endocardite batterica. Layne non regge più. Lascia la sua carriera all'apice del successo, azzera le uscite in pubblico. Si rinchiude nel suo appartamento di Seattle, dove vegeta per quasi sei anni, incapace di reagire al dolore, estraniato da tutti e tutto. Il 19 aprile 2002 viene trovato senza vita, il corpo tumefatto. E' morto due settimane prima, un'overdose di speedball. La canzone è "Nutshell", degli Alice in Chains. Una nota sul video: è incompleto. Ho scelto proprio questo, tra i tanti disponibili su YouTube, perchè a un certo punto compare una foto di Layne e Demri che si baciano. La trovo commovente.
- 3 - Ok, ho barato. In realtà nella playlist ci ho messo tre brani. Solo che il terzo non è una canzone, ma un poesia. Ogni volta che ammiro un paesaggio particolarmente suggestivo e selvaggio, chissà perchè, questa poesia irrimediabilmente mi risuona in testa. Ma lascio dire ogni cosa ai suoi meravigliosi versi. Fotografata direttamente dal mio libro (sperando che Dylan Thomas non si rivolti nella tomba), questa è "Distesi sulla sabbia".
PS. Ringraziando ancora Francesco e tutti coloro che prenderanno parte a questa preziosa iniziativa, vi lascio un bannerino che ho creato per il Blogtour: se volete, siete liberissimi di esporlo sui vostri blog o sulle vostre piattaforme. Un abbraccio a tutti, e a domani, M.
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