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Blogtour “Oltre il buio il tuo respiro”: Intervista all’autrice

Creato il 17 dicembre 2015 da Soleeluna
buio

L’intervista

Ciao Elisabetta e benvenuta. Il nostro Blog partecipa al Blogtour Oltre il buio il tuo respiro per aiutarti, in primis, nella promozione del tuo libro. Vorrei invitare i nostri lettori a prendere visione del regolamento, perché potrebbe interessare:
Regolamento Blogtour

Vuoi innanzitutto presentarti al pubblico?

Ciao Dylan e grazie dell’ospitalità sul tuo blog. Io sono una donna, semplicemente una donna, come tante, con una famiglia, con amici a cui voglio bene, con mille interessi che non riesco mai a seguire tutti perché il tempo non è mai abbastanza, una passione viscerale per la lettura da quando ero piccola e per la scrittura. La passione per la scrittura è stata sempre parte di me, ricordo ancora la mia insegnante di italiano in seconda media quando mi consigliò di fare la scrittrice o la giornalista, idem un’altra al liceo, ma la vita mi ha condotta a fare scelte diverse, così la scrittura è rimasto il mio angolo segreto di pace e solo da alcuni anni ho trovato il coraggio di iniziare a scrivere sul web, prima, e a pubblicare poi.

Sei un’autrice versatile: ti piace scrivere erotici ma anche narrativa. Cosa ti spinge a scrivere? Quale il momento della giornata preferisci?

Scrivere per me è un bisogno, fin da quando ero bambina. C’è tutto un mondo dentro di me, un mondo che brulica di storie, di personaggi e che a volte mi rende un po’ distratta rispetto al mondo circostante, quasi come se fossi un po’ qui, nella realtà, e un po’ altrove. Posso solo prendere la penna e scrivere, così il vaso si svuota, ma solo per un po’ perché nuove storie arrivano a popolare il mio mondo interiore e non so mai di che colore saranno. Di solito scrivevo la sera, anche la notte era il momento preferito: il rumore del mondo pian piano scema e io posso ascoltare la voce interiore; da circa un anno però alcune situazioni, di vita e di salute, hanno richiesto un cambio di ritmi e ho iniziato così a scrivere al mattino presto. Appena sveglia preparo il caffè, accendo il pc e scrivo: pezzi di romanzi sparpagliati ovunque, di genere misto, a seconda dell’ispirazione del momento.

Sei qui per presentarci Oltre il buio il tuo respiro. Da dove nasce l’idea di questo romanzo?

L’idea di Oltre il buio il tuo respiro nasce da un racconto, Stanza 530, pubblicato prima sul blog e poi in e-book. Un racconto breve buttato giù in un’ora, ma che è stato scaricato da tantissimi lettori e alcuni di loro in seguito mi hanno contattata scrivendomi che non poteva finire così, che quei personaggi avevano ancora tanto da dire, che volevano saperne di più. Così una mattina, mentre sorseggiavo il mio caffè, ho immaginato una scena davanti ai miei occhi: Laura da sola in casa e la presenza di Luca che arrivava a sfiorarla. Ho sentito sulla mia pelle il dolore, la disperazione e ogni sfumatura di quello che lei provava in quel momento e ho deciso che lo spunto per il romanzo era arrivato.

Qual è il tema principale che affronti?

Il tema principale è senza ombra di dubbio l’amore in tutte le sue sfumature, dalla dolcezza alla passione. La sfida con me stessa è stata di cercare di dare ai lettori una storia d’amore che potesse emozionarli senza ricorrere ai cliché del bello, dannato, ricco e impossibile e di lei ingenua e con la sindrome della Cenerentola; una storia dove i protagonisti fossero “due come noi”, dove speciale fosse il loro legame, un legame di amore vero, capace di infondere la forza di affrontare un dramma, ma soprattutto capace di superare ogni barriera. Insieme all’amore infatti c’è un altro tema importante: Luca è in coma, ma ogni notte riesce a raggiungere la sua Laura e i due si vivono in un sogno che forse non è un sogno. L’argomento è molto delicato; molte persone dopo esperienze di coma raccontano di cosa hanno vissuto e questo apre uno spiraglio a mille domande, tra cui una spicca in maniera particolare: cosa c’è al di là della realtà che percepiamo con i cinque sensi?

Chi è Luca?

Una mia amica, dopo aver letto il racconto Stanza 530, definì Luca l’uomo perfetto. Forse è così o forse Luca è semplicemente un uomo brillante, intelligente e che ama la sua compagna con tutto se stesso. Bello e possibile direi, perché di uomini così ce ne sono, uomini che non hanno bisogno della donna che li salvi e li redima perché quest’ultimo è uno schema pericoloso che molte volte spinge noi donne a legami perversi che con l’amore non hanno nulla in comune.

Pensi che i personaggi di questo libro condividano con te parte del tuo carattere?

Credo di no, anche se alcune sfumature forse a volte è possibile ritrovarle. In Laura credo di aver trasferito quella parte di me che è fragile, ma mai debole, che crolla, ma si ricostruisce e che non molla mai. Per il resto loro sono venuti a me e alla mia fantasia già con un nome e con una propria personalità e, se provavo a cambiare qualcosa, si indisponevano e pretendevano che io mi limitassi a raccontare la loro storia, non la mia.

Quanto è grande la sofferenza di Laura? Cosa la spinge a credere che Luca si risveglierà?

La sofferenza di Laura è enorme. Ha Luca, la sua anima gemella, il compagno che ama e che la ama, questo è tutto il suo mondo perfetto; quando Luca le chiede di sposarlo lei tentenna, solo per un attimo, perché le sue paure hanno la meglio, ma quei pochi minuti le sono fatali. L’incidente di Luca le strappa via la possibilità di cambiare idea e lei resta da sola, con il dolore di sapere che Luca è in coma, con la speranza di un risveglio che si assottiglia ogni giorno di più e con tanti sensi di colpa. Ma Laura è una donna forte e forte è il legame con Luca, questo la spinge ad andare avanti e quella della speranza diventa per lei l’unica strada percorribile. Inoltre ogni notte Luca va da lei, si amano e, anche se a volte pensa di essere pazza, in fondo al cuore lei sa che quei momenti non sono solo un sogno. È da quelle notti che trae la forza per non crollare perché, ovunque sia Luca mentre il suo corpo è in ospedale, lui trova sempre la strada per andare da lei.

Come pensi un autore possa promuovere al meglio un suo scritto?

La promozione non è facile. Ci sono i social, sì, ma a mio parere la presenza va costruita nel tempo. Nel mio caso almeno è stato così perché per tanto tempo ho scritto sulle mie pagine facebook e sui blog, quindi diverse persone già mi seguivano da tempo e sono stati proprio i lettori in questi anni che hanno continuato a ripetermi che dovevo scrivere libri, qualcuno ha prenotato la copia del primo romanzo anni prima che lo scrivessi. Poi ci sono anche incontri con l’autore, presentazioni, eventi che possono fidelizzare i lettori e tutto quanto la fantasia possa suggerire. Perché la promozione va pianificata, ma occorre anche un pizzico di fantasia oltre che tanto impegno, è quasi un lavoro a tempo pieno che richiede pazienza, tanta, e rispetto per gli altri perché promuovere non vuol dire imporsi, promuovere non è limitarsi a fare spam e aspettare che il libro si venda, sgomitando e a volte arrivando anche a mettere in atto comportamenti di dubbia correttezza. Promuovere è individuare un proprio target di lettori, andare a cercarli, uno per uno, e farsi conoscere, senza alcuna pretesa, ma con la voglia di dare agli altri, prima che gli altri facciano qualcosa per noi.

Quale ruolo giocano i social network per gli autori emergenti di oggi?

Io credo che siano importanti. Come ho già detto io è sui social che ho iniziato a scrivere pubblicamente, ma vanno studiati e usati nella maniera corretta altrimenti si finisce per essere una mosca in mezzo ad altre mosche e il risultato rischia di essere solo un ronzio fastidioso. I social creano a fine giornata un accumulo, un sovraccarico di informazioni, ma il cervello ne filtra solo una piccola parte. Per questo non serve creare profili sui social e starsene lì ad aspettare che qualcosa accada per magia oppure entrare a gamba tesa ovunque, pagine, profili e gruppi, curandosi solo del proprio ego. I social sono un mezzo di comunicazione, servono per socializzare e molte volte dovremmo dimenticare di essere autori che vogliono vendere il proprio libro, ma essere semplicemente persone che interagiscono con altre persone. Questo ahimè molto spesso non accade e si finisce per trasformarsi in fastidiosi venditori di qualcosa che sanno parlare solo di quel qualcosa e che mirano solo a rifilarti quel qualcosa. Forse sbaglio, ma personalmente preferisco socializzare, per il tempo che ho, e se poi a qualcuno viene voglia di leggermi bene, ne sono felice perché la curiosità è scaturita in maniera spontanea.

Grazie, Elisabetta, per essere stata con noi. A presto.

Grazie a te e a tutti i lettori del blog, a presto e Buone Feste!

Noi partecipiamo

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