L'apocalisse secondo i Bloodscribe è una Terra devastata su cui la signora in nero tiranneggia e avvolge sotto la sua ombra un genere umano ormai annientato.
La colonna sonora per questa tregenda non può che essere un mastodontico brutal death, tecnico, ma non cevellotico, anzi, i dieci brani proposti compongono una mazzata di venticinque minuti dall'impatto di un meteorite: forza bruta, cadenzata, un monolite di metal estremo a tratti reso ancora più massacrante da sfuriate e accelerazioni ultra heavy.
La band licenzia questo debutto con la Gore House, dopo aver dato alle stampe quattro demo dal 2007 al 2012, ed è finalmente libera di sfogare l'istinto brutale sulla lunga distanza, convincendo alla grande.
In California il death metal lo sanno suonare, su questo non ci piove, e la band di Los Angeles conferma la tradizione di quei luoghi, badando al sodo, puntando sull'impatto e facendo così la gioia dei fan del metallo estremo.
Con pochi fronzoli e tanto sudore, il gruppo si lancia in un assalto sonoro senza compromessi: ritmica e chitarre fanno muro, trascinando nel nuovo mondo, dove solo la morte è padrona del nostro destino, l'ascoltatore di turno, tra le macerie di città fantasma ed il buio perenne.
Un ottimo riffing, una sezione ritmica schiacciante, un growls mostruoso ed un pacchetto di brani che spaccano sono le caratteristiche principali di questo buon debutto, dove Burning Bridge, Demons, Shadows e la conclusiva In Ruins sono le migliori bordate, sparate per distruggere gli ultimi baluardi di una civiltà ormai inesorabilmente scomparsa.
Per gli amanti del brutal, Prologue To The Apocalypse risulta un ascolto obbligato regalato da una band che non si discosta molto dalle ultime produzioni di Origin, Devourment e compagnia di distruttori.
Tracklist:
1. Intro
2. Pantheon of Lies
3. Enslaved by Deceptions
4. Burning Bridges
5. Demons
6. Annihilation
7. Kingdoms Fall
8. Shadows
9. Castrating Humanity
10. In Ruins
Line-up:
Jasan - Vocals
Joe - Guitar
Mike - Guitar
Jesse - Drums
Dennis - Bass