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Bo Xilai: teminato il processo. Accusa chiede “pena severa”

Creato il 26 agosto 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

In Occidente molti si chiederanno chi sia Bo Xilai, da dove sia “spuntato fuori”, perché all’improvviso sia finito alla ribalta della cronaca. Noi occidentali spesso siamo a digiuno di ciò che accade nelle terre del Sol Levante, quella Cina lontana che in realtà – molte volte – è fra noi più di quanto si creda.
Bo Xilai, l’astro nascente di quel Partito Comunista tanto forte in Cina, è stato accusato di corruzione, appropriazione indebita e abuso di potere. Reati drasticamente condannati e puniti dalla legge cinese.
Nel processo conclusosi da poco, i procuratori hanno disposto che Bo Xilai sia chiamato ad una pena severa, giacché “del tutto estraneo ad un senso di rimorso di fronte ad un’accusa di corruzione pari a 4,3 milioni di dollari”.
Un’accusa che si andrebbe ad aggiungere a quella di abuso di potere per aver “volontariamente” interferito sugli sviluppi di un’indagine per omicidio.

Bo xilai

Photo Credit: public domain / www.commerce.gov

Durante il processo che si è svolto in questi quattro giorni, Bo Xilai ha tuttavia continuato a respingere le accuse mosse sul suo conto, attaccando inoltre due testimoni-chiave: il consigliere Wang Lijun e la moglie Gu Kailai. La sentenza è attesa per il mese prossimo. Da quanto si può prevedere, Bo Xilai rischierà la pena capitale, anche se una buona parte di esperti è propensa a credere che quest’ultima sarà commutata dalla corte con 15 o 20 anni di carcere.

La storia di Bo Xilai inizia nel Partito Comunista col ruolo di ex segretario nella città di Chongqing, nel Sudovest della Cina.
A fronte del suo ruolo e della sua condotta venne in seguito ritenuto un valido candidato per il comitato permanente del Politburò in riferimento al partito di sua appartenenza.
Ma le vicende recenti, degli ultimi due anni circa, lo hanno del tutto messo alle corde, fintanto da essere estromesso dal Partito Comunista nel settembre dell’anno scorso.

Lo scandalo, almeno da quanto ci è dato sapere, è nato per mano del collaboratore di Bo Xilai, Wang Lijun, già comandante di polizia nella città di Chongqing.
Nel novembre del 2011 Wang Lijun è fuggito rifugiandosi nel consolato statunitense di Chengdu, là dove ha apertamente accusato la moglie di Bo Xilai, Gu Kailai, di omicidio nei confronti di un imprenditore inglese, un certo Neil Heywood. Questi, infatti, fu trovato esanime in un albergo alla periferia di Chongqing il 15 novembre dello stesso anno.
La vicenda ha così generato un’escalation legale che ha portato Bo Xilai all’esclusione dal partito a Chongqing e la moglie Gu Kailai alla pena di morte, pena che è poi stata successivamente sospesa a causa della sua confessione. Wang Lijun, invece, autentico detonatore dello scandalo, s’è visto condannare a 15 anni di prigione per aver “coperto” l’omicidio, almeno all’inizio.
I due tasselli da cui ora dipende la sorte di Bo Xilai sono due: la confessione della moglie Gu Kailai e la testimonianza dell’ex collaboratore Wang Lijun.
I riflettori della politica internazionale sono già anticipatamente puntati sulla sentenza.
Bo Xilai è un’altra pedina che cade dal colosso comunista cinese.

Articolo di Stefano Boscolo


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