Non pensavo che la vita lavorativa del custode (di palestre, voglio specificare, perché al momento sono diventato una sorta di giardiniere Willy dei poveri, anche se il mio ruolo è diverso da quello del bidello) fosse così strana. Perché per quanto venga pagato per non fare nulla - o almeno, per fare molto poco - alla fine non mi rimane tempo per fare nulla. Tutti i film che volevo vedermi me li sono persi, causa orari assassini che mi tengono impegnato dalle quattro di pomeriggio alle undici, e anche nel seguire le mie serie-tv c'è stato qualche intoppo, dato che ho dovuto lasciare un vago spazio alla scrittura e alla stesura di un quarto romanzo che mi sta facendo bestemmiare da questa estate. Comunque, in pieno di quella che è la pausa da Pretty Little Liars concessami dalla mia ragazza, ho deciso di recuperarmi quella che al momento credo sia la mia serie preferita, in modo da terminarla tutta e poter mettere un X definitiva sui uno show che ormai ho iniziato da un anno, fra gioie (molte) e dolori (finora molto pochi, ma certe scene di violenza contenute qui dentro hanno davvero messo alla prova la mia resistenza). Dodici episodi puramente gangster in cui immergermi in quelle atmosfere criminose che tanto mi fanno arrapare, oltre che a farmi rendere conto che in fatto di serie-tv ho davvero i gusti più demodé che si possano pensare per un ragazzo della mia età.
La vita sul Boardwalk continua, con le consuete diatribe e alleanze. A sconvolgere l'esistenza di Nucky Thompson e soci, però, è l'arrivo del mafioso Gyp Rosetti, gangster dall'equilibrio psichico piuttosto instabile e, di conseguenza, estremamente pericoloso.
Un giorno, quasi per vendicarmi dell'avermi costretto a dovermi subire le avventure delle quattro bimbeminkia bugiarde, ho costretto la mia ragazza a guardarsi un episodio di questa serie. E' finita che lei si è annoiata a morte, un po' perché non le piacciono questo genere di serie-tv e un po' perché... beh... perché devo proprio ammetterlo, quella era una puntata molto noiosa. Ma noiosa che manco la seconda stagione di Game of thrones, va detto, ed è tutto dire. E anche se la puntata più noiosa di Boardwalk empire si mangia comunque a colazione la puntata media di quasi tutte le serie-tv in circolazione, il calo si risente. C'è stato un calo vertiginoso rispetto a quelle che sono state le due bellissime stagioni iniziali e per quanto lo show continui a mantenere la propria coerenza, la propria ferocia, anche se si è vagamente dei fanboy non su può non ammettere la cosa. Il calo qualitativo nella narrazione c'è, ed è in parte dovuto a tutte le motivazioni che in alcuni punti possono rendere problematica la visione delle diatribe dei Sette Regni: troppi personaggi, un paio con dei nomi anche piuttosto simili e che quindi creano delle dovute confusioni, intrighi ad ogni dove che fanno perdere il filo nelle sottotracce meno marcate e certi riferimenti a episodi delle primissime puntate che solo i fan accaniti si ricorderanno nel dettaglio. Quest'ultima parte riguarda solo dei punti marginali e ignorabilissimi, ma mi hanno comunque dato un vago fastidio. Ma la colpa principale è quella di aver messo un villain che, a conti fatti, poteva essere davvero sviluppato meglio. La forza di una serie come Boardwalk empire è quella, semplicemente, di non avere precisamente dei cattivi e dei buoni. Alcuni potrebbero ribadire dicendo che qui sono tutti cattivi ma, come diceva Nelson Mandela: nessun uomo nasce cattivi, semplicemente, impara ad odiare. Qui infatti non abbiamo a che fare semplicemente con gente cattiva, ma con persone rese cattive dall'ambiente in cui sono cresciute e che fanno solo i loro interessi, facendosi strada in un sottobosco che non lascia scampo a nessuno, manco all'innocenza. Gyp è il primo vero cattivo che viene inserito nel contesto, un sociopatico schizoide la cui personalità può essere riassunta in poche righe. E anche se c'è una scena ambientata a casa sua che mi h quasi permesso di rivalutarlo (io avevo inizialmente inteso che era una persona delusa da quello che ha ottenuto e che voleva ambiva sempre a qualcosa di più alto) la stessa è trattata con una tale velocità - e mai più ripresa . da far calaere qualunque parentesi in merito, preferendosi concentrare sulle sue efferatezze violente che, devo ammetterlo, a un certo punto mi hanno quasi fatto rischiare la nausea. Certo, sono momenti molto ostici, ma purtroppo finiscono lì e non si portano dietro molto altro. Ci sono storie molto più interessanti di quella principale, tipo quella del tentato reinserimento del fratello di Nucky dopo il carcere o quella di Van Alden (quest'ultimo verso la fine viene proprio dimenticato), ma sono immerse in altre decisamente più ignorabili, come quella della 'scuola per donne incinte di Margaret' che oltre all'utilità di rappresentazione socio-storica del periodo ha poco altro da offrire - su quella della madre di Darmody invece stendo un velo pietoso. Tutto però è sorretto da una messa in scena di prim'ordine e da una realizzazione tecnica che non ha nulla da invidiare a un film su grande schermo, che riesce a sopperirne i difetti, dando nel momentaneo istante in cui si presenta un valore d'interesse che supera di gran lunga la sufficienza. Non basta di certo a rendere questa stagione un qualcosa di perfetto, ma se non altro la eleva sopra la miseranda media comune (anche se ultimamente in quanto a serie-tv siamo stati abituati davvero bene). E una volta arrivati a quell'ultimo episodio, che si conclude con una risoluzione dei fatti forse fin troppo rapida e insoddisfacente, quello che ci rimarrà negli occhi è il volto rassegnato di un Nucky Thompson che non è riuscito a conquistare proprio tutto quello che voleva. perché non conta solo il successo, nella vita, e ci sono delle volte in cui il vincitore può ritrovarsi estremamente solo.
Il crimine non paga, ma forse non lo fa esclusivamente in termini morali. Se non altro vedere una serie così però arricchisce e anche non poco, pure nei momenti meno memorabili.Voto: ★★★ ½