Bob Dylan
Bob Dylan Milano 2013, concerto: Aspettando Bob Dylan 3 - al Teatro degli Arcimboldi (MAPPA) sabato 2, domenica 3 e lunedì 4 novembre 2013 ore 21. Per biglietti vedi al > LINK - di Michele Ulisse Lipparini per Milano Arte Expo.
E se Bob Dylan, e con lui Robert Allen Zimmerman, suo nome alla nascita, esistesse da sempre e per sempre? Se investigando il suo narrare, ci siamo resi conti che il tempo non è poi così lineare, e che siamo noi a farlo esistere, in virtù di memoria e coscienza, allora potremmo azzardare l’ipotesi che lui sia lì, sia sempre stato lì, e sempre lo sarà. A noi il compito di rendercene conto. Ma non siamo soli, se decidiamo di tentare l’impresa. Compagni di strada ce n’è, più o meno noti, ma tutti brillanti.
Ecco alcune voci.
Erri De Luca, per cominciare, in Sessantatrè a uno, brano dallo sfondo biblico, da In alto a sinistra (Feltrinelli, 1994), ci dice non di un profeta, Elia, ma di un suo nipote. L’ultimo nipote. Zimmer è il nome, e pizzica sui suoi 6 nervi di bue ben tesi. Poi fischia, dentro uno zufolo lucente. E quando lo fa, torme di persone che lo seguono. Ripetutamente. Chi anche già 63 volte. E poi c’è la sua voce, di cui finora non ha detto niente. A Gerusalemme, si reca ad ascoltarla. E poi ce lo svela, è la più gelata specie di misericordia. E di certo proviene da una spaccatura della terra sotto i suoi piedi. Perché Zimmer, nell’antica lingua del protagonista, era colui che canta. >
Questo racconto breve è una delle sintesi più folgoranti mai scritte sul Poeta del Rock. Il linguaggio, domato con sapienza, potrebbe essere quello di una pergamena della zona del Mar Morto, probabilmente fra gli esseni c’erano già i critici e gli esegeti. Forse Erri De Luca ha mille e mille anni ancora, forse il brano sulla pergamena è un brano della sua stessa pelle. In realtà, un labirinto d’idee. Occuparsi di Bob Dylan rende longevi.
Se De Luca ci sa spiegare la natura mistico ammaliante della voce dell’uomo di Duluth, una voce che appartiene a epoche di profeti e miracoli, c’è un filone di studio, anche questo tutto italiano, un’ipotesi affascinante che potrebbe spiegare la natura dell’impasto delle canzoni. Bob Dylan è un iniziato. E non uno qualsiasi. Uno di quelli che conosceva la vera storia di Cristo ben prima che un tal Brown ci scrivesse un bestseller mondiale.
Bob Dylan – Bob’s iron sculpture
Ma se quel bestseller è recente, il saggio che Brown ha depredato è uscito nel 1982 (Il Santo Graal, Michael Baigent, Richard Leigh, Henry Lincoln, Mondadori). Ma secondo Nicola Menicacci e il suo L’ultimo cavaliere, testo introvabile in edizione cartacea, è già dalla metà degli anni ’60 che Bob Dylan è immerso nella gnosi. Già. Quella che risale ai Templari. Se al solo parlarne si suscitano sorrisi, beh, è leggendo il volume che l’ipotesi sembra tutto tranne che peregrina, la quantità di riscontri forniti dall’autore taciterebbe il più eretico lettore. Non sappiamo se Bob Dylan sia un cavaliere templare, ma sappiamo che da 25 anni è on the road seguendo una sua missione. E che da circa 50 la sua comparsa è stata rivoluzionaria.
Possiamo poi affidarci alle parole di un altro autore, anche questo italiano. Uno le cui immagini poetiche sono diventate espressioni linguistiche, i cui personaggi sono passati dalla realtà del vivere al tempo immoto del narrare, e che ora esistono per sempre, dalla morte del fiume di Marinella, all’infanzia di Nina (e del poeta) che volava tra le corde dell’altalena, alle acciughe che fanno il pallone, persino un fatto naturale che si ripete immutato nel tempo esiste solo da quando ce lo raccontano. Ed ecco cosa diceva Fabrizio De André all’amico Luigi Viva in Non per un dio, ma nemmeno per gioco (Feltrinelli 2000). “Dylan? Grandissimo. Ho letto i suoi testi come si leggono i grandi poeti: come leggere Ginsberg, o Whitman. Ma loro sono degli hippie ispirati, lui è molto di più. Lui è un profeta: è planetario, viene dalla Bibbia, da Dante.”
Quel profeta che torna e ritorna. Non quello le cui vesti non ha mai voluto indossare, e che pure gli erano state cucite sulla pelle nei primi anni dall’esordio. Col disincanto seguito alla perdita dell’innocenza, alla fine dei blocchi contrapposti, alla squallida epoca del Riflusso, alla bolla di internet, con il disincanto che precede la necessità di un nuovo incanto, eccolo che lavora come un’onda, ciclico ed eterno, il poeta e le sue parole che accompagnano il nostro vivere, le parole che non invecchiano, perché sono senza tempo, miscela di archetipo, innovazione, genio e sintesi. E chi scrive così, esiste da sempre e per sempre.
Bob Dylan, Boeri, Pietà Rondanini
E questa panoramica in pillole richiede una chiosa, la affidiamo a un giovane poeta, uno dei pochi partoriti dal nostro paese che ha le carte in regola per passare la prova del tempo. Vinicio Capossela. Non troppo tempo fa si è impegnato in una cover tradotta di When The Ship Comes In (1963). Sarà un caso, ma l’autore parla di mari che si aprono, di terra che trema, di pesci che ridono, di un tappeto d’oro, di giorni contati e di un esercito del faraone, sconfitto come Golia. L’avrà scritta Bob Dylan o lo Zimmer di De Luca?
Vinicio, radio intervistato.
[Dylan] Collega mi sembra… mi sembra che lui appartenga alle divinità, infatti mi-mi-mi sembra stranissimo, in questi giorni che si è festeggiato il suo compleanno, il suo 70° c-compleanno, che Dylan abbia effettivamente un’età… Dylan effettivamente appartiene al Tempo Mitico, il tempo in cui non c’è un divenire, le cose esistono per sempre e basta.”
Ed ecco il video di When The Ship Comes In/La nave sta arrivando
http://www.youtube.com/watch?v=P3mbuDRchGI
Lasciatemi aggiungere una considerazione. Il tempo del Poeta è eterno ma il nostro no, quindi non aspettate l’anno prossimo per andare a sentirlo. Fra due settimane Bob Dylan è a Milano. Per tre sere.
-15 giorni al primo concerto di Bob Dylan a Milano 2013
-9 concerti, domani tocca ad Amburgo, prima sera
LINK CONSIGLIATI:
http://www.bobdylan.com/us/songs/when-ship-comes
http://it.wikipedia.org/wiki/Erri_De_Luca
http://www.nicolamenicacci.com/bd/
http://www.nicolamenicacci.com/bd/videos/english.htm
Fabrizio De André interpreta Bob Dylan, Via della poverrtà/Desolation Row
http://www.youtube.com/watch?v=t8CubcnPJa0
Michele Ulisse Lipparini
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MAE Milano Arte Expo -mail:[email protected] ringrazia Michele Ulisse Lipparini per i testi “Aspettando Bob Dylan” / conto alla rovescia – leggili tutti a questo > LINK - in attesa del concerto di Bob Dylan a Milano al Teatro degli Arcimboldi.