Bob Dylan spiegato a una fan di Madonna e dei Queen, un libro messo nel settore musica ma che starebbe altrettanto bene in narrativa, romanzo di Gianluca Morozzi uscito nel 2011 per Castelvecchi. Con un titolo simile, difficilmente avrei potuto non leggerlo. Certo il mio entusiasmo si è un po’ spento quando ho scoperto che il libro è frutto non tanto del viscerale amore di Morozzi per Dylan, quanto dell’idea della Castelvecchi di commissionargli un romanzo per i 70 anni del cantante. Questo comunque è solo un piccolo dettaglio nel ben più grande cartone animato che è la vita di Lajos, protagonista di questo libro e anche de L’era del Porco (Guanda, 2005).
C’è Bologna, città di osterie frequentate anche da Guccini (prima che diventasse un montanaro) e di garage adibiti a bivani costosi in via Paradiso, gli amici fidati e innoportuni, come l’Orrido e la Betty, le donne e il fatto di non sapersele tenere, e c’è ovviamente tanto Bob Dylan, che campeggia con la sua multipla personalità artistica nella maggior parte dei discorsi di Lajos. Ci sono anche i Little Boys Lost, sgangheratissima cover band di Bob Dylan, composta da un Dylaniato, un Dylanologo, un Dylaniano, un batterista che conosce a malapena Like a rolling stone. E ovviamente, Lajos.
Trent’anni (e più, e gli anni che sono), lavori precari e buona musica. Se qualcuno riesce a spiegare, e magari far apprezzare, uno dei più poliedrici e complessi musicisti contemporanei a qualcun’altro che nel suo angolino (ma proprio ‘ino’) dei cd possiede soltanto una raccolta della diva del pop Madonna e dei Queen, beh, questo qualcuno deve riuscire in un’impresa d’amore. E difatti. Cui si aggiungono una valanga di avventure disegnate (ve l’ho detto, vita da cartone animato) in modo ironico e scorrevole tra vari pazzoidi e ricordi di ex fidanzate, vicine subumane e concerti della band epici per la ricca umanità che vi si incontra e per le altrettanto epiche discussioni da very fan sul momento mistico-religioso vissuto da Dylan nel 1979, o sull’ingiustificabilità o meno di album come Nashville Skyline o Self Portrait - che sono un modo onorevolissimo e divertente per farci saggiare il Bob del titolo.
Comicità e intelligenza sprizza da tutte le pagine. Morozzi è strepitoso, senza briglie e ti fa sentire a casa, a tuo agio, come lettore, permettendoti di scorazzare nella sua popolosa immaginazione da sogni ricorrenti e l’impressione che la propria vita sia oggetto di studio da parte di qualche alieno che osserva la razza umana a distanza – sapete, la comune sensazione di sentirsi osservati o “come in un film” – con uno splendido jukebox in sottofondo. Insomma, non potete smettere di voler stare in sua compagnia, tanto alla fine sarete culo e camicia.
Concludo con due chicche diverse sul romanzo: 1° citazione, a mio dire, poetica: «Forse non dovevo addormentarmi su una pila di albi originali di Nova, al negozio di fumetti. Si respirano suggestioni attraverso l’inchiostro».
2° Un omaggio davvero imperdibile:
Gianluca Morozzi \”The man in me/Material girl/Bycicle race\”
Azzurra Scattarella
Gianluca Morozzi, Bob Dylan spiegato a una fan di Madonna e dei Queen, Castelvecchi, € 16.00