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Bob Marley & The Wailers – Kaya (1978)

Creato il 22 marzo 2014 da The Book Of Saturday

Bob-Marley-Kaya

Nel 1976 Bob Marley si trasferì in Inghilterra, nel frattempo i Wailers erano cambiati radicalmente ma il cantante giamaicano mantenne la paternità del nome. A Londra nacquero due dischi, Exodus e Kaya. Oggi parliamo del secondo, quasi un appendice del più celebre Exodus. Rispetto agli album precedenti, in Kaya Marley abbandona il pessimismo dovuto in larga parte all’instabilità civile e politica della Giamaica (proseguiva infatti lo scontro politico tra i due leader rivali, Michael Manley ed Edward Seaga) e si punta tutto sulla felicità eterea che può regalare l’amore (Is This Love) o uno spinello fumato sdraiati su un divano. Già il titolo del disco (kaya è sinonimo di marijuana) indica la direzione intrapresa da Bob Marley. Tutto nelle più rigorose radici del reggae.

STORIA. Kaya venne registrato pressappoco nel periodo a cavallo tra il 1977 e il 1978, quando era in cantiere anche Exodus. È opinione diffusa il fatto che Kaya sia da considerarsi tra gli esempi di album minori di Bob Marley. Di diversa interpretazione chi invita a considerarlo complementare a Exodus. In quest’ultimo caso, i due album uniti restituiscono uno spaccato importante, una testimonianza del periodo londinese di Marley. Coinciso poi con la scoperta del tumore che lo porterà alla morte prematura soltanto 3 anni dopo. In realtà, in quel periodo Marley non sembrava così preoccupato di quello che poi si rivelò un melanoma maligno incurabile. Anzi, l’uscita di Kaya verrà ricordata come l’annuncio del ritorno di Bob in Giamaica dopo 2 anni di “esodo”, annunciato con il concertone One Love Peace Giamaica, che si tenne il 22 aprile ’78 a Kingston.

IMPORTANZA. In contrasto con la critica, resta il fatto che Kaya fu ben accolto dal pubblico e raggiunse la top five nelle classifiche di vendita inglesi, nonostante fu aspramente criticato per l’adesione di Bob Marley a tematiche e ritmi più commerciali. Marley resta una leggenda, ma in effetti l’album ha un suono molto più rilassato, privo di gran parte della qualità militante dei Wailers, sia liricamente che musicalmente.

SENSAZIONI. Amore e marijuana, ma anche tanto Jah. O meglio YHWH, Yahweh. Il Dio della Bibbia, del quale Bob Marley è devoto attraverso la sua adesione al Rastafarianesimo, la religione che fa capo al leader etiope Hailé Selassié I. Nel corso di Kaya, Jah ricorre più volte, quasi un’ossessione. Sicuramente una deliberata voglia di far esplodere tutto il suo lato spirituale. Che è anche in musica e non solo a parole. Il fatto è che un disco del genere, a meno che non lo si metta in sottofondo per fare qualcos’altro, rischia di essere monotono all’ascolto. E molto ripetitivo. Direi liturgico. Dove la parola d’ordine è essere fatti. Qualitativamente parlando, ci sono esempi migliori di Kaya, lo stesso Exodus per esempio. Però oltre a Is This Love (forse il brano più famoso contenuto in Kaya) ci sono altre gemme come Easy Skanking, Satisfy My Soul e Misty Morning, che sono ugualmente degne di essere ascoltate e riascoltate. Per il resto, Bob Marley si esibisce in parole e ritornelli lunghissimi e proprio per questo spesso stucchevoli. Se non si ha la stanza intrisa di fumo e un comodo divano per gustare la fumata, meglio cambiare scelta.

CURIOSITA’. La nostra recensione è relativa all’lp, ma va sottolineato che in commercio esiste anche una versione in cd che il 21 luglio 2001 fu ripubblicata con l’aggiunta della bonus track Smile Jamaica. Il 23 aprile 2013 per celebrare i 35 anni dall’uscita del disco, viene pubblicata una Deluxe Edition con un doppio cd e registrazioni audio inedite del concerto di “Ahoy Hallen” tenuto a Rotterdam, in Olanda, il 7 luglio 1978.


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