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Bocca è morto. Onore a lui ma non disperiamoci…

Creato il 26 dicembre 2011 da Pierumberto @Pierumberto

Bocca non ci era simpatico. Prima fascista poi comunista con Palmiro Togliatti. E va bene ma da partigiano ha firmato, come dicono, qualche esecuzione a morte. A noi le firme di esecuzione, di destra o di sinistra, non piacciono. E Bocca sulla Partigianeria ha creato la sua fortuna. No, non ci era simpatico ma pace all’anima Sua. E pregheremo.
Giorgio Bocca, partigiano, giornalista, fondatore di ‘La Repubblica’, a lungo in televisione nelle reti Fininvest, si e’ spento a casa sua a Milano, nel giorno di Natale, all’eta’ di 91 anni. A darne notizia la Feltrinelli, per cui ha scritto diversi libri, e che lo ha ricordato come un “grande giornalista, grande combattente e grande amico”. “Dalla guerra partigiana fino a questi ultimi giorni della crisi italiana e mondiale – scrive ancora la casa editrice – ha vissuto, osservato e raccontato sette decenni di storia del nostro Paese. Le inchieste, i corsivi, i libri di Giorgio Bocca hanno accompagnato e nutrito la formazione civile di molte generazioni di italiani”. Proprio la Feltrinelli, a gennaio, pubblichera’ il suo ultimo libro, ‘Grazie no, 7 idee che non dobbiamo piu’ accettare’. In precedenza, oltre all’attivita’ da giornalista, Bocca – che e’ nato a Cuneo il 28 agosto del 1920 – ha scritto diversi saggi; l’aver militato nella formazione partigiana di “Giustizia e Liberta’” lo porta a occuparsi spesso di fascismo e resistenza, ma ha scritto anche libri sul terrorismo negli anni ’70, sul giornalismo e sui problemi del Meridione. Negli ultimi mesi proprio alcune affermazioni sul Sud Italia lo avevano messo al centro delle polemiche, dopo che aveva parlato di Napoli come di un “cimiciaio” con “zone inguaribili” o di Palermo come una citta’ con una “puzza di marcio, con gente mostruosa che usciva dalle catapecchie”. Abile polemista, negli ultimi anni si e’ soffermato spesso anche sulla situazione del giornalismo in Italia: nel 2008, intervistato a ‘Le invasioni barbariche’, disse che, mentre i giornalisti della sua generazione “erano mossi da un motivo etico”, oggi “la verita’ non interessa piu’ nessuno” e “l’editoria e’ sempre piu’ al servizio della pubblicita’”. Fra gli ultimi riconoscimenti, sempre nel 2008, il premio Ilaria Alpi alla carriera. “Tutti quelli che fanno il giornalismo lo fanno sperando di dire la verita’: anche se e’ difficile, li esorto e li incoraggio a continuare su questa strada”. .

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Foto da Wikimedia Commons
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