Boccali – Retroscena di una sconfitta

Creato il 11 giugno 2014 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

di Ciuenlai

Adesso tutti si dicono meravigliati, adesso sono tutti sorpresi, adesso sono tutti dispiaciuti. La frase che più abita nel centrosinistra è “no, non me l’aspettavo”. Eppure sapevano, e da tempo sapevano, che Perugia, con candidato sindaco Boccali, era a forte, a fortissimo rischio. Le sorprese di oggi sanno di inopportuno, di menzogna “reiterata ed aggravata” e di “pilateria”. Vladimiro Boccali, che non è certo uno stupido, gli scricchiolii del suo rapporto con la città li aveva sentiti da tempo. Non è un caso che l’ex sindaco avrebbe visto di buon occhio una sua candidatura alle politiche del 2013, che avrebbe lasciato campo ad un ricambio nel capoluogo. Ma radio Piazza della Repubblica racconta che l’operazione fu bloccata dalla Governatrice Katiuscia Marini, che avrebbe sollecitato ed ottenuto un intervento diretto “del capo della ditta” (Bersani).
La sua dichiarazione “I sindaci debbono finire il mandato” avrebbe chiuso la questione e spalancato le porte del Parlamento alla fidatissima Valeria Cardinali. Eravamo al capodanno del 2013. Nel corso dei mesi successivi la situazione a Perugia è andata, man mano, peggiorando, mentre a Roma la ditta vicina agli amministratori umbri, veniva falciata dal terremoto “rottamatore” di Renzi. Un anno dopo, nel febbraio 2014 il responsabile nazionale degli enti locali del Pd Stefano Bonaccini, nella sua prima visita ufficiale in Umbria, mostra un sondaggio, commissionato dal nazionale con il consenso del segretario comunale Giacopetti, che annuncia la debacle di Boccali. “Il vostro sindaco – avrebbe detto l’esponente renziano del Pd – sta sotto il 40%, cambiatelo”.
Lo stesso Consiglio lo avrebbe dato Luca Lotti , responsabile dell’organizzazione del Pd. In un incontro riservato con Boccali i dirigenti nazionali del Pd, dopo avergli consigliato una sua uscita di scena, avrebbero aggiunto “adesso dipende tutto da te”. Ma a frenare le indecisioni del primo cittadino e le richieste del nazionale, “a gamba tesa”, sarebbe di nuovo scesa in campo la Marini. Secondo “i latori” di questa ricostruzione, la governatrice avrebbe una influenza molto forte sulle decisioni di “Wlad”, tanto è vero che sarebbe riuscita, ancora una volta, a riportarlo sulla strada “della riconferma”. Da qui “le primarie facili” eliminando dal campo il suo “amico” e più pericoloso avversario, Andrea Cernicchi, “ garantendogli un futuro in regione”. La parola d’ordine sarebbe stata “vedrai le cose alla fine andranno a posto da sole”. Invece sono andate “a catroscio”, come si dice in dialetto. Perugia ha cambiato verso. Una volta si diceva che i dirigenti della sinistra, seduti ai tavolini dei bar di Piazza della Repubblica” potevano prendere il primo che passava e ed annunciargli “lei sarà sindaco”. Adesso possono sempre prendere il primo che passa ed annunciargli la stessa cosa, ma con una variante, “lei sarà l’avversario di Boccali e sarà sindaco” . Questa ostinazione, se mai è avvenuta, però complica maledettamente la corsa per la Regione.
E sul ritornello del cambiamento “ballano” già 5 donne (Katiuscia Marini, Anna Ascani, Marina Sereni, Nadia Ginetti e Anna Rita Fioroni). Ballano attendendo che “l’uomo dei monti” faccia conoscere le sue decisioni. Tutti i contendenti del Pd si fanno infatti la stessa domanda “che farà Bocci?”. Per il momento niente. Il Sottosegretario si tiene lontano dalla bufera di questi giorni. Secondo i suoi collaboratori “non è interessato, anche se…..”. Già, ed è proprio “quell’anche se”, che pesa come un macigno sulle regionali 2015. E, infine, all’esito della “guerra delle donne “ e della strada che prenderà “l’uomo dei monti” , sono legate le decisioni di altri “grandi elettori” come Marco Vinicio Guasticchi, Giacomo Leonelli e Andrea Cernicchi. Ma se la domanda cresce l’offerta soffre. I galli e le galline del pollaio democratico aumentano a dismisura in una situazione nella quale “le poltrone”diminuiscono drasticamente.
La “spending Rewiew” del potere segnala per il Pd la riduzione da 30 a 20 dei Consiglieri regionali e la non disponibilità completa delle aziende partecipate. E questo genera tensione. Paradossalmente dopo la sconfitta, invece di ritrovare l’unità, sta emergendo la conflittualità. Non è un paradosso è fisiologico per i partiti liquidi. Intanto “i diversamente concordi” della destra si godono la vittoria. La Giunta dovrebbe essere formata da 4 interni e da 4 esterni. Inutile fare i nomi, la guerra delle correnti è iniziata anche lì. Due notizie però giungono all’orecchio e riguardano gli apparentati dell’ultima ora. Il vice sindaco potrebbe essere Barelli e Waguè uno degli assessori esterni. Sarebbe andare oltre gli accordi (assessorato a Barelli ed incarico a Waguè) ma potrebbe rappresentare una nuova spina nel fianco degli sconfitti, come lo fu all’inizio, nel primo terremoto perugino (quello del 1964) il Sindaco socialista Antonio Berardi.



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