Ogni settembre facciamo dei buoni propositi, che le circostanze ci fanno puntualmente disattendere.
Il mio, da un paio di anni a questa parte, è quello di guardarmi intorno e di cercare un lavoro affine alle faccende di cui mi occupo sul blog. Non lo scrittore, intendiamoci. In Italia non si campa di scrittura. Prima lo capite, meglio state.
Il punto è che non si campa nemmeno d'altro. Non di fantastico, non di insolito, non di critica narrativa o cinematografica (in questi ultimi due casi la possibilità forse c'è: basta mettersi proni e imparare a scrivere marchettoni epocali).
Nel paese dove a ogni aspirante ballerino-cantante-figurante viene data una possibilità, non vi è alcuno sbocco per chi, come me (e come Elvezio, come Davide, come tanti altri amici blogger) , si occupa di "stronzate". Il punto forse sta tutto qui. Ho la netta sensazione che i nostri connazionali considerino la fantasia e i suoi derivati cose inutili e dannose. Basta vedere che fine hanno fatto il nostro cinema e la nostra narrativa di genere.
E se una cosa viene reputata inutile non ci si investe.
Non me la voglio prendere con editori o produttori. Non questa volta. Il problema sta molto più in alto. In istituzioni che non hanno tutelato la cultura, nemmeno quella popolare (come potevano essere gli horror e gli western italiaci degli anni 70 e 80). Non ci sono incentivi, investimenti, nulla.
Nessuno campa delle cose di cui mi occupo io. All'estero, nel cosiddetto Occidente, sì. Ci sono siti che pagano chi scrive per loro, e anche riviste cartacee. Probabilmente questi editori lo fanno perché sono inseriti in un sistema che funziona, che dà tornaconti.
Intendiamoci: io non voglio arricchirmi. Ma, se ci fosse la possibilità di guadagnare anche solo 1000/1200 euro al mese, valuterei seriamente l'eventualità di lasciare un lavoro più remunerativo per occuparmi a tempo pieno delle mie stronzate. Vivrei in modo più spartano, ma più felice. Almeno credo.
Ma si sa, questa è la vera fantasia. Lasciamo il mondo alle persone più serie, tipo gli opinionisti politici, i provinanti dei talent show, gli addetti ai call center, i televenditori e i finti cronisti d'assalto in stile Striscia la notizia.
In mancanza del mecenatismo disinteressato, forse è meglio così.