Boicottaggio Vs Libertà
Da Patalice
Dolce e Gabbana versus Elton Jhon.
E no, non è il prossimo nome di reality splatter che faccia concorrenza ai tamarri del Geordie's show, o una pagina immacolata da riempire nel libro dei gay pride, banalmente è la notizia che ha più infervorato web e media all'inizio della settimana...In un'intervista al settimanale "Panorama" Domenico Dolce si è schierato dalla parte della famiglia tradizionale, la sua spiegazione a fronte delle ultime sfilate milanesi e parigine, dove pancioni e mammine con prole al fianco, sono stati la bandiera degli stilisti siculi. Il baronetto inglese, noto per i suoi occhiali stravaganti, e per la sua mascolinità alla "Glee", ha pubblicamente dichiarato il boicottaggio: mai più un vestito di quegli antichi! Abbasso gli stereotipi di un'altra epoca!Stefano Gabbana, dalle sue pagine social ha mostrato piena solidarietà al collega ed ex compagno, tacciando Elton Jhon e tutti i seguaci boicottanti e boicottatori, di fascisti, invocando la libertà di espressione, tanto decantata ma, evidentemente, relegata a mera pubblicità per se stessi. Innumerevoli gli interventi, da Heather Parisi che ha parlato di figli, senza apporre distinzioni, e dimostrandoci di esistere ancora, a Courtney Love che ha dichiarato che metterà al rogo i capi griffati D&G.... Più interessante, a parer mio, il collegamento alla tragedia di Charlie Hedbo, avvenuta appena due mesi fa, dopo la quale siamo stati tutti Charlie, e tutti siamo inorriditi di fronte alla violazione al diritto di opinione, che ha tirato in ballo la mia amica di Facebook Sissi Casoumano, e che benissimo si sposa con questa situazione paradossale. D'accordo o meno con lo stilista, il quale appena due anni fa dichiarava su Vanity Fair di voler diventare padre, e che forse quindi ha cambiato sponda, ogni essere umano ha il sacrosanto diritto alla sua opinione, ed il fatto che sia omosessuale, non è per forza garante di un'opinione collettiva di tutto il collettivo gay e provincia.
Sarebbe come pretendere che tutti gli eterosessuali non indossassero camicie a fiori, solo in quanto appartenenti alla stessa corrente sessuale.
La libertà di pensiero, grazie al fatto che apparentemente abitiamo un Paese democratico, deve essere supportata dalla libertà di opinione e parola, e se queste vengono tacciate con violenta veemenza, a parer mio, qualcosa non quadra.
Al di là dei torti e delle ragioni, sta a fondo il mero significato sul quale dobbiamo interrogarci, siamo davvero così autorizzati a dire ciò che veramente pensiamo?
O siamo schiavi del giudizio altrui, prima ancora che figli delle nostre idee?
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