La violenza sembra non volersi arrestare, in qualsiasi parte del mondo essa esploda. Mercoledì 7 gennaio, in concomitanza con l’attacco alla redazione di Charlie Hebdo, anche la Nigeria ha subito un attentato, probabilmente uno dei più violenti, a opera del gruppo terroristico Boko Haram.
La città di Baga, nel nord-est della Nigeria, è stata presa d’assalto assieme ad altri sedici villaggi confinanti, tutti facenti parte dello Stato del Borno. Gli integralisti non si sono risparmiati: le autorità locali raccontano che “la città è stata completamente devastata, le case date alle fiamme, decine sono i corpi che invadono le strade” e che “i sopravvissuti sono fuggiti senza avere il tempo di seppellire i morti”. La Bbc, attraverso la dichiarazione di Musa Alhaji Bukar, ufficiale militare dello Stato del Borno, afferma che “i morti potrebbero arrivare a circa 2000”, decretando così il più sanguinoso attacco del gruppo Boko Haram.
Solo pochi giorni fa, il 3 gennaio, sempre a Baga, gli integralisti si erano impadroniti di una base militare creata appositamente per contrastare la loro azione terroristica, mietendo un centinaio di vittime anche in questa occasione.
Boko Haram, il cui nome in lingua hausa vuol dire “l’educazione occidentale è peccato”, è un gruppo terroristico jihadista molto vicino ad al Qaeda e il cui obiettivo è quello di creare uno stato islamico. Da anni la Nigeria subisce attacchi a opera dell’organizzazione. Il primo attacco avvenne nel 2009 e portò allo scontro tra Boko Haram e le forze militari nigeriane, registrando 700 vittime. Le violenze si sono susseguite senza sosta, arrivando alla strage del 7 gennaio, una delle più sanguinose. Finora Boko Haram è riuscito a prendere sotto il suo controllo circa il 70% della regione nigeriana: il prossimo obiettivo è il Camerun. Il presidente camerunese Biya ha già lanciato una richiesta di aiuto alla comunità interazionale per fermare l’operato di Boko Haram.
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