Di Consiglia Grande. Le elezioni presidenziali in Bolivia si sono concluse con la vittoria di Evo Morales, primo presidente di etnia indigena del paese, già al suo terzo mandato, ottenendo il 60 % dei consensi su quattro candidati. I dati sono stati forniti dall’exit poll, diffusi dall’istituto dell’Ipsos. Morales, nel discorso che ha tenuto al balcone del palazzo presidenziale a La Paz, ha dedicato il trionfo al leader cubano Fidel Castro e all’ex presidente venezuelano Hugo Chavez, morto di cancro nel marzo 2013.
Eppure l’atmosfera vittoriosa è in parte sfumata: il Movimento del socialismo di Morales non è riuscito a mantenere il controllo dei due terzi in Congresso per portare avanti la riforma costituzionale, al fine di eliminare il limite dei due mandati presidenziali, tuttora vigente. Basti pensare che Morales ha ottenuto la possibilità di candidarsi per la terza volta, dietro rilascio di apposita autorizzazione del Tribunale. Se procediamo a ritroso, notiamo che il personaggio di Morales è sempre stato molto acclamato: nel 2009 ha ottenuto il 64 % dei consensi, mentre ad oggi ha vinto in otto dei nove stati boliviani. Per cui Evo sta per diventare il leader in carica per più tempo consecutivo, surclassando anche Andres De Santa Cruz, in carica dal 1829 e il 1839.
In ogni caso l’intento di Morales è continuare a crescere e proseguire nel processo di liberazione economica.
Nel 2006, l’anno della sua ascesa al potere, il boom dei prezzi delle materie prime ha aumentato di ben nove volte i proventi delle esportazioni internazionali. La Bolivia è così riuscita ad accumulare 15,5 miliardi di dollari da quei ricavi. E questi ricavi Morales li ha utilizzati per creare sussidi per bambini e pensionati; per portare internet nelle zone rurali; per forgiare un nuovo sistema di funivia a La Plaz e un nuovo impianto di fertilizzanti. Morales ha basato quindi l’azione politica puntando sulla solidarietà per ottenere il maggior numero dei consensi; il tutto ovviamente combinato con un’ efficiente strategia economica.
Eppure le critiche non mancano: sembra proprio che il Presidente per la sua campagna elettorale abbia speso decine di milioni di fondi del governo; così come i promotori della libertà di stampa gli contestano di aver messo a tacere i media critici nei suoi confronti. Attorno alla sua figura è stata creata una sorta di culto della personalità, se valutiamo che mercati, stadi, scuole portano il nome di Morales. Al momento è in costruzione un secondo palazzo presidenziale, con un eliporto. Di certo Morales è un uomo che sa sfruttare il potere e farlo in qualche modo fruttare. I progressi economici sono tangibili e i cittadini Boliviani continuano a riporre in lui speranze, nonostante, stando ai dati della Banca mondiale, una persona su quattro in Bolivia vive con circa due dollari al giorno.