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Bolla di sapone

Da Odio_via_col_vento

 

Bolla di sapone

Ettore Tito, Bolle di sapone

 

Il tuo tempo di adesso è come sospeso, contenuto in questo astuccio fragile della bolla di sapone.
I rumori ti giungono attutiti.
La vista, dall'interno, è leggermente deformata, come quando si inziano a mettere gli occhiali, che un po' mettono a fuoco, un po' deformano. 
Non sai veramente se stai vivendo o se stai assitendo alla vita che ti scorre intorno e tu stai lì, protetta e anche invisibile. Se di protezione si può parlare, all'interno di un fragile guscio, un velo di acqua e sapone; se di invisibilità si può parlare, essendo trasparentissimo, un'ala di insetto, questo involucro.

Ci sei e non ci sei: di te c'è la virtualità, l'immagine poco definita e nitida su uno schermo di computer, la voce, spesso interrotta, non continua, sospesa.
Non ci sei: non c'è il tuo calore, il tuo colore, la tua persona, anche l'ingombrante presenza di certe volte. Ma:presenza.

Adesso c'è un'assenza. Avvertita, negata, chissà.
C'è la presenza del ricordo, mentale e fisico. Di chi pasas e crede di avvertirti nei luoghi in cui sei sempre stata.

E tu? E tu, da dentro la bolla di sapone, la fragilità sospesa di un'essitenza diversa, cosa senti? Cosa pensi?
Ti manca il mondo del rumore, del frastuono, il mondo che ti stancava, che ti era difficile e troppo? Ti manca qualcosa?
O sei appagata di questo limbo nel quale ti culli, portata qua e là dall'aria stessa, un po' imbambolata e incantata dai riflessi della luce sulla superficie che, concava, ti accoglie?

 


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