Di equo ha solo il nome perché non ha niente a che vedere con l’equità che l’agenzia utilizza come denominazione. Lo sanno bene a Bologna dove è stato istituito il primo sportello anti-equitalia, un servizio promosso daElisabetta Bianchi per aiutare i contribuenti in difficoltà.
Si tratta di un servizio di consulenza fiscale e tributaria gratuito aperto a tutti, privati, imprenditori e commercianti, che è nato dopo i gesti estremi dei cittadini che non riuscivano più a far fronte alle pendenze e ai problemi con il fisco. I cittadini bolognesi hanno trovato un “soprannome” per il servizio e lo definiscono “sportello anti-suicidi“. La promotrice dell’iniziativa ha dichiarato di aver contattato il Dipartimento di Salute Mentale per cercare psichiatri disponibili ad intervenire per supportare i cittadini in situazioni particolarmente difficili e delicate.
Lo sportello anti-equitalia è stato inaugurato ieri e subito si sono presentate o hanno telefonato diverse persone per fissare i primi appuntamenti. Tra tutti, Elisabetta Bianchi menziona i casi di una pensionata che, in totale innocenza, dichiara di voler pagare le tasse perché è giusto farlo, solo che vorrebbe una rateizzazione diverse che si adatti alla pensione che riceve e una coppia che chiede aiuto almeno per poter capire ed interpretare le «dieci pagine arrivate da Equitalia, troppo complesse per essere alla portata di tutti».
Elisabetta Bianchi accusa l’agenzia Equitalia di aver abusato del proprio potere, come ammesso dagli stessi responsabili che hanno pensato di aprire uno “sportello amico” per aiutare le persone e cercare di instaurare un rapporto più umano con i contribuenti. Un’ammissione di colpevolezza? Forse, ma le vittime che hanno sulla coscienza non verranno certo cancellate con l’idea di umanità che pensano di offrire seduti dall’altra parte della scrivania. Lupi che si travestono da agnelli.