Alcuni insegnanti precari e militanti di Rifondazione Comunista sono tuttavia riusciti lo stesso a introdursi alla spicciolata fino al comizio di Renzi, contestandolo a proposito dei danni al mondo della scuola che la riforma proposta dal Governo potrebbe causare, rischiando di aggiungersi alla lunga lista di tagli e "riforme" che negli ultimi anni hanno gravemente pregiudicato il funzionamento e la qualità delle nostre scuole.
Prontamente i contestatori sono stati placcati dal servizio d'ordine del PD, spintonati e insultati, a loro dire, con parole che di istituzionale e democratico hanno ben poco, del tipo "troia frustrata, da quanto non scopi?": Ciò non ha impedito loro di guastare la festa al comizio di Renzi, che appare sempre più indispettito di misurarsi ovunque con contestatori: "Non saranno tre fischi a fermarci" e "non lasceremo la scuola soltanto in mano a chi urla" ha detto lo stesso, salvo dopo soffermarsi a incontrare alcuni degli insegnanti-contestatori, forse a cercare a rimediare alla pessima figura di squadra celere e servizio d'ordine interno.
Più o meno duri i commenti degli organizzatori della contestazione: Simone Gimona, segretario provinciale del PRC, stigmatizza le cariche e promette nuove contestazioni al Governo e al partito di maggioranza: "In un parco pubblico “occupato” dal Partito Democratico nel pieno centro della nostra città abbiamo conosciuto da vicino il suo nuovo servizio d’ordine: la celere". "La distanza fra noi è rimasta immutata e non può essere certo accorciata da un colloquio" sottolinea dopo il colloqui con Renzi Giovanni Cocchi, uno degli insegnanti che ha partecipato all'incontro.
E' inquietante constatare come gli spazi di espressione - e contestazione - democratica si vadano sempre più assottigliando a fronte di una politica di repressione dal manganello facile poco compatibile con il nostro ordinamento costituzionale, come lo stesso PD non mancava di fare presente quando era all'opposizione, salvo poi mostrarsi allievo assai diligente dei suoi immediati predecessori al Governo. Viene lasciato al dissenso e alla disperazione sociale l'unico sfogo di fiammate disorganizzate e di corta durata - si pensi ai fatti di Milano - non in grado, per il momento, di mettere in discussione i rapporti di forza o di organizzare gli scontenti in modo continuativo. Una scelta quantomai dissennata anche per le stesse istituzioni che la mettono in atto, in un Paese del bacino Mediterraneo, dove tante volte negli ultimi anni si è visto come facilmente il riot disordinato possa trasformarsi in rivolta e sommossa generale se non lasciato esprimersi attraverso forme e istituzioni di mediazione e confronto politico.
Qui il video della carica.
Foto: sito internet PRC Bologna
Fonte: AgoraVox Italia