16 Aprile 2013.
A Boston, ieri, la maratona si è conclusa in tragedia. Quella che era iniziata come una placida manifestazione sportiva, infatti, è stata trasformata in un incubo per tutti i presenti, ma anche per chi non era lì in quel momento. Al traguardo sono esplose due bombe, che sono state riconosciute come due pentole a pressione, che hanno portato alla morte tre persone, tra queste un bambino di 8 anni, e ne hanno ferite più di 140.
Le immagini shock fanno il giro del web mentre Obama e FBI parlano di un possibile attentato terroristico, le cui cause, però, ancora non sono state accertate.
Mentre le prime ipotesi si fanno larghe in mezzo ai tanti dubbi sollevati dall’accaduto e si apre la caccia all’uomo per tutti gli Stati Uniti, anche chi si trova lontano da Boston vuole farsi sentire vicino a chi è rimasto vittima dell’attacco. Come anche Obama ha dichiarato questo presunto attacco terroristico viene visto come un vile attacco a dei civili e questo fa sì che la macchina della solidarietà nei confronti di vittime e loro parenti risuoni per tutto il web.
Ecco che sui maggiori Social Network si alza la voce di chi scrive con l’hashtag #prayforboston lanciando messaggi di solidarietà e di vicinanza, quantomeno spirituale, alle vittime. Messaggi per il bimbo di 8 anni, per le altre due vittime e per i numerosi feriti che anziché trovarsi alla fine di una maratona si sono trovati all’inferno.

Anche la Redazione di TheTweeter è vicina alle vittime di Boston.
Veronica Sgobio