Oggi, per Voi, ho una chicca VINTAGE.
Sempre legata al Bon Ton e, nello specifico, al vestito del Viaggio di Nozze!
Vi propongo il testo originale tratto da “ La Vera Signora”, libro pubblicato nei primi anni del dopo guerra.
“Vestito e contegno sono le due prime credenziali che presenta la Sposa. Dipende da Lei che, dall’ Inevitabile esame dei compagni di viaggio, suo marito riporti lode o un sospiro di compatimento.
Un buon tailleur di ottima stoffa che resista alle spiegazzature, di taglio sobrio ma non severo, pochi gioielli. Gli orecchini donati dai suoceri, la spilla dei genitori non sia impaziente di sfoggiarli, la fede che ha al dito è sufficiente per illustrare la recente decorazione, l’ambito passaggio di grado.
I veli bianchi appena deposti dopo la chiesa, inutile riassumerli già grigi alla stazione, e attenta alle scarpe. Esse devono essere senza una grinza, s’intende, ma messe a prova nei giorni precedenti: se per caso non siano capaci di spegnere il più lieto sorriso.
Ma soprattutto attenzione alle dimensioni della borsa.
Nel linguaggio dei fiori la rosa dice “amore ardente” il garofano giallo “amore in fallo”.
Nel linguaggio degli articoli da viaggio una borsa di moderata grandezza dice “amore fiducioso”.
Significa che si è dato in custodia al marito ogni proprio avere, dal passaporto agli chèques donati dai parenti.
A rigor di termine la Signora non avrebbe bisogno di portare nella borsa nemmeno il fazzolettino.
Questi sono gli ultimi momenti in cui ella potrà esercitare l’irresistibile seduzione.
Un uomo è sempre innocentemente commosso alla richiesta del proprio.
Certo deve servire per qualche lagrima e non per il raffreddore, ma lui insomma lo porge con tenerezza da nutrice. Ad ogni modo anche considerando che,in quanto sposa, ha oltrepassato questo stadio emotivo, la Signora, oltre al fazzoletto, non ha bisogno di altro.
La sigaretta le verrà offerta e accesa, il suo viso giovanile non ha bisogno di continui ritocchi e così cipria e rossetto li terrà nel nécessaire, insieme al pettine il suo uso pubblico è oltremodo disdicevole.
Per morbido o dorato che sia, sulla manica di un vicino un capello è sempre un capello.
La Sposa che si stringe allo sposo come egli fosse fatto di materia volatile, consideri che, per volatile che sia, non sceglierà per dimostrarlo proprio questo giorno. Molto difficili sono i discorsi a cui intorno si tende l’orecchio con legittima curiosità.
Evocare la splendida riuscita della festa nuziale non conviene, né ricordarsi a vicenda gioie e delusioni dei doni.
Persino i pronostici meteorologici sono inadatti.
Dicendo “ chissà che tempo farà domani “ ella suggerirà senza volerlo agli esprits mal tournés che tra il calar del sole e il sorgere dell’alba c’è il mistero della notte.
Poiché un’eccessiva disinvoltura è da evitarsi al pari di un intimidito contegno, la Sposa si riporti alle gioie dei viaggi infantili quando i bei prati, i monti, cavalli e mucche in libertà la traevano a lieta meraviglia.
E questa non la celi, il viaggio di nozze si fa una volta sola, tanta disposizione a sentirsene felice tutti gliela perdoneranno.”
Sicuramente i tempi sono cambiati…e anche parecchio….ma ho colto una grazia, una leggerezza e un bon ton non indifferenti e molto interessanti, e Voi che ne pensate?
A presto!!!!