Siamo riusciti a passare attraverso la campagna elettorale siciliana senza che gli avversari di Crocetta scadessero (troppo) nelle battute omofobe e nello squallore.
Sì, qualcuno s’è premurato di ricordare agli elettori che Crocetta è omosessuale, e forse per i suoi elettori la cosa sarà stata rilevante, però poi la maggioranza dei sicialiani ha deciso che non lo era, ed ha premiato Crocetta e non chi aveva cercato di sfruttare questa circostanza in modo strumentale.
Sembrava di avere quindi superato questa tornata diventando un Paese civile, nel quale conta ciò che si pensa e ciò che si fa, e non ciò che si è, ma ecco arrivare “il Fatto Quotidiano” a ricordarci che sperare nella civiltà, in Italia, è sempre vano. Due presidenti di regione su 20 fanno il 5%: la percentuale dei gay nella società; però a molti nostri compatrioti già un solo omosessuale dichiarato costituisce un omosessuale dichiarato di troppo, figuriamoci due.
Ce lo rammento lo squallido intervento di Gianni Boncompagni pubblicato oggi nella sua rubrica “Complimenti” che si lagna del fatto che “i gay hanno ormai un successo senza precedenti e quindi fanno il tutto (sic) per passare, come si dice, dall’altra parte”, al punto da imporre un controllo, consistente “in esami che, per un atavico pudore, non si possono né descrivere e neppure accennare senza rasentare uno choc al lettore”.
Vogliamo ringraziare “il Fatto” per averci ricordato in che razza di Paese viviamo. Forse ciò che accomuna Vendola e Crocetta è il fatto che sono onesti e non sono mafiosi, e forse hanno vinto per questo. Ma guarda caso anche la circostanza per cui, essendo gay, lo dichiarano, dipende dal fatto che sono onesti e non sono mafiosi. Infatti il terzo presidente italiano di regione che è gay, ma che non è onesto sulle sue tendenze, è anche un amico della Ndragheta…
Boncompagni quindi si rassicuri. La mafia ha ribadito più volte in passato che gli “infami” omosessuali non potranno mai fare parte dell’Onorata società. Dunque, le occasioni di carriera per lui e per tutti coloro che non vogliono “passare, come si dice, dall’altra parte”, non mancano affatto. Ne approfittino finché possono.
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Giovanni Dall’Orto
Stefano Bolognini