«Ho condotto due edizioni, figlie di un'idea: nel 2005 era una novità, nel 2009 l'ho perfezionata, ho notato che quel format è stato quasi sempre replicato negli anni successivi - ha detto - Carlo Conti ha fatto un ottimo lavoro, con il suo stile: quello di presentare lo spettacolo, non di farlo. Detto ciò, lo rifarei laddove me lo chiedessero, ma con un'idea di rinnovamento assoluto. Compagni di viaggio? Non posso prescindere da Luca Laurenti, ma aggiungo Lorenzo Cherubini, tra le penne più belle nel panorama della musica internazionale, e Corrado Guzzanti, che mi piace da morire per il suo modo di fare satira. Sono due nomi con cui condividerei un'avventura del genere. Ospiti internazionali? Nel 2009 non riuscii a portare Sean Penn, ci riproverei. L'importante è non confezionare interviste banali».
Infine un accenno all'idea di smettere.
«Cerco di essere sempre il più comprensibile possibile - ha detto - Quando mi renderò conto di non esserlo più, smetterò e dedicherò più tempo ai miei figli. Tutti portiamo dentro una o più eccellenze, la grande fortuna è scoprirle. Io ho potuto incrociare la comunicazione, esaltandomi all'idea di trasferire il pensiero in parole e far stare bene la gente».