apr 5, 2014 Scritto da Matteo Rinaldi
E’ arrivato: bookabook, il primo sito di crowfunding per l’editoria.
In parole povere: editoria dal basso, con i lettori che finanziano gli autori se l’opera piace.
Un modo che sembra fatto apposta per aggirare gli editori. Magari quelli che strombazzano titoli e copertine degne di un trailer cinematografico, ma che poi non fanno neppure mezzo editing. O che, peggio che mai, chiedono soldi per far pubblicare un libro, diventando semplici stampatori. Nascondendosi dietro al dito dei “costi imprenditoriali”. Come se nessun altro li avesse.
Bookabook nasce dall’idea di tre italiani e una francese, Marco Vigevani, Claire Sabatié Garat, Emanuela Furiosi e Tomaso Greco.
L’idea è quella di rivoluzionare il rapporto autore-lettore, ma anche quella di creare una community per i libri.
“Non è un’idea senza precedenti” spiega Tomaso Greco “Esistono già, all’estero, siti del genere. Parlo di Unbound e Pubslush ad esempio, molto noti”.
Come funziona?
La piattaforma è online dalla sera del 3 aprile. Il primo libro ad essere oggetto del crowfunding è quello di Claudio Giunta, un romanzo giallo. Al momento ha 31 finanziatori per un totale di 228 euro sui 4mila da raggiungere.
Funziona così: un libro inedito viene presentato sul sito, con un’anteprima gratuita. Se piace quello che si è letto, si può decidere di affiliarsi con l’opera, quasi “adottandola”. E magari facendo una donazione, che può essere minimo di 3 euro.
Raggiunto un certo livello, vengono svelati nuovi capitoli e, se l’opera piace, attrae sempre più lettori e finanziamenti. Il tutto entro 30 giorni dalla pubblicazione prima. L’obiettivo è quello di raggiungere un certo livello di finanziamento, in modo da rendere ottimale l’editing e la distribuzione (oltre che la pubblicità) del romanzo in questione, poter coprire le spese della redazione, della lavorazione grafica e del compenso dell’autore.
E se il libro non raggiunge la quota? Niente paura. Gli utenti vengono rimborsati.
Il lettore che si collega in modo diretto con l’autore, sottraendosi alla divisione rigida del “cartaceo-digitale” e creando una dimensione partecipativa.
E i dati a favore certo non mancano: l’editori digitale, nell’ultimo anno, è cresciuta del 17%.
Sarà forse perché il costo medio di un opera digitale è di 8,63€ contro ai 17,31 del cartaceo?