Anche questo appuntamento con la rubrica Bookchiacchierando raccoglie più notizie, ma in questo caso sono solo due e sono accomunate, oltre che dal tema libresco (ovviamente), anche dal luogo, ossia il Giappone. In più ho pensato di inserire l’articolo anche nella rubrica Le case dei libri, perché c’è di mezzo una libreria, anzi più librerie.
Da una lato una libreria originale, dall’altro una vicenda, e entrambe vi faranno sorridere per il semplice pragmatismo dell’idea.
Una stanza un libro
Partiamo dalla libreria: si chiama Morioka Shoten & Co, si trova a Tokyo ed ha come motto Issatsu, isshitsu, ossia una stanza, un libro. Non può però essere solo un motto, e infatti, guardando l’immagine qui accanto, non avrete assolutamente l’impressione di trovarmi davanti una libreria, ma appunto, una stanza e un libro. Questa è stata la loro scelta di vendita: vendere un solo titolo a settimana, durante la quale si organizzano eventi a tema. Nasce per gli indecisi, per chi entra in libreria e non sa cosa comprare, ma nasce anche come vetrina di pubblicità e negozio allo stesso tempo. È stata ideata nel 2014, da una già esistente catena id librerie tradizionali, e ha aperto il 5 Maggio 2015, è quindi una assoluta novità. Il libro (è proprio il caso di usare il singolare) è posto al centro, in tutti i sensi della parola, tant’è che anche l’arredamento è praticamente inesistente, non importante, anche se la sede è un palazzo storico di Tokyo. Geniale, assolutamente geniale. Ma non so quanto sia applicabile in Italia, o meglio quanto potrebbe avere successo. Ma chi sa che non diventi un’idea di libreria rivoluzionaria.
Il ruolo della libreria tradizionale
Invece, passiamo ora ad una catena di librerie, Kinokuniya, e ad un libro: l’ultimo di Haruki Murakami, Novelist as a vocation (Romanziere per vocazione) (10 Settembre 2015). Conoscete qualcuno che abbia in antipatia gli store online? Non sarà mai a questi livelli! La suddetta catena, che ha 66 librerie in tutto il Giappone, ha acquistato 90 mila copie del libro appena uscito su
un totale di 100 mila copie stampate. Lo scopo? Diminuire drasticamente il numero di copie acquistabili da rivenditori come Amazon, per riproporre il ruolo della libreria canonica, che è passata da troppo in secondo piano rispetto a store online ed ebook, che hanno nel Giappone il migliore acquirente: si può calcolare un totale di 86,50 $ a persona in un anno spesi in ebook. Il risultato si è avuto: nella prima settimana è stato il libro più venduto su Amazon Giappone, ma già dalla seconda, è sceso in trentesima posizione.
Voi cosa ne pensate a riguardo di questa scelta? E invece a proposito della libreria mono-volumica?
Fatemi sapere <3"><3"><3