Magazine Bellezza

Booktellers: Le parole del nostro destino di Beatriz Williams

Creato il 24 ottobre 2015 da Stellazzurra

Ciao a tutti e buon fine settimana! Mi sono accorta che inizio sempre i miei post con la frase "oggi voglio parlarvi di...", un po' monotona eh? Quindi da ora si cambia e vi dico "Today" voglio parlarvi (XP) dell'ultimo libro che ho letto. Seguitemi dopo il salto ;)

Booktellers: Le parole del nostro destino di Beatriz Williams

Titolo: Le parole del nostro destino

Titolo originale: Overseas

Autore: Beatriz Williams

Genere: narrativa rosa/letteratura internazionale

Collana: Narrativa Nord

Data di uscita: 06/09/2012

Prezzo: brossurato 17,60 euro/ebook 5,99 euro

Amiens, Francia, 1916. Incurante della pioggia battente, una donna è in attesa fuori della cattedrale. Tra i fedeli raccolti in preghiera, c'è il capitano Julian Ashford, l'uomo per cui lei ha sacrificato ogni cosa e che tuttavia non rivedrà mai più. Quando tornerà in trincea, Julian morirà. Ma lei è lì per riscrivere il loro destino. Il nome della donna è Kate...
New York, oggi. Incurante del gelo, una donna è in attesa davanti alla porta di Julian Laurence: sebbene sia la vigilia di Natale, deve consegnargli dei documenti urgentissimi. I due si sono conosciuti il giorno precedente, eppure, quando lei entra in casa, lui si comporta come se l'aspettasse da sempre, come se l'amasse da sempre. Ricambiare quell'amore le sarà facile: Julian è uno degli uomini più ricchi e affascinanti di Manhattan, è romantico, appassionato, intenso. Per qualche mese, la vita diventa un sogno da cui non ci si vorrebbe svegliare mai più... Ma poi, dal nulla, spunta un libro: la biografia di Julian Ashford, un prezioso volume corredato di foto e di lettere scritte dal celebre poeta-soldato durante la prima guerra mondiale. La donna non ha dubbi: la calligrafia elegante e ordinata, gli occhi gentili, il volto che s'intravede sotto il berretto sono del suoJulian. E quel libro sta per segnare il loro destino. Il nome della donna è Kate...
In un turbine di sentimenti e di misteri, di speranze e di passione, Le parole del nostro destino racconta la storia di un amore vero, un amore unico, un amore eterno.

Sul titolo stendiamo un velo pietoso. Non spiega nulla della storia. Era meglio (come nel 99,9% dei casi) il titolo originale. Sulla copertina vediamo una donna seduta con in mano delle lettere e una valigia accanto (lo vediamo tutti direte. Sì, ma il mio prof di Iconografia e Iconologia mi ha insegnato ad analizzare un'immagine come se fossi un pigmeo del Borneo, quindi per reclami rivolgetevi a lui!). Questo mi ha indotta a pensare che la donna stesse per partire, oppure che nella storia si parlasse comunque di un viaggio. Il viaggio effettivamente c'è, nel tempo però, quindi la valigia non ci azzecca una mazza e ci mette solo fuori strada. Le lettere che tiene in mano poi, uno pensa "se è una storia d'amore allora saranno lettere d'amore". Sbagliato pure qui! La lettera in questione è una sola e dovrebbe servire a salvare il protagonista maschile, ma in tutto il romanzo vi si accenna vagamente. Quindi, come avrete capito, la copertina per me è no, ma non perché sia brutta anzi, è stata proprio la copertina ad attirarmi quando uscì il libro e a farmelo tenere nella lista dei desideri sul sito di IBS per ben tre anni! (Vogliamo parlare delle liste dei desideri che ho riempito in giro per il web? Lo fate anche voi? Che poi è da masochisti andarle a rileggere ogni tanto, perché scopri che dopo anni e anni ancora non ti sei comprato nulla di tutto ciò. Comunque, chiusa parentesi!) Non mi è piaciuta piuttosto, l'idea di romanzo che la copertina trasmette, quando poi all'interno scopro tutt'altra storia da quella che la cover mi ha fatto immaginare. Passiamo oltre, vediamo il contenuto. Allora, (e già quando si inizia con "allora" bella non è!) siamo di fronte ad un romanzo che vuole raccontare una storia d'amore che va al di là dei confini del tempo. Kate è una giovane analista che lavora per una società finanziaria: è bella ma non troppo, però tutti i vecchiacci delle banche le sbavano dietro; non ha un fidanzato perché dopo la laurea la giovane donzella ha deciso di non lasciare spazio ai sentimenti, per potersi dedicare anima e corpo al lavoro (quindi so' tre anni che non si batte chiodo! È lei che lo dice eh, mica io!); abita in un mini appartamento in affitto a New York; ah, è intelligente ovviamente, perché mica quelle belle (anche se non sanno di esserlo) sono stupide! Tanto per chiarirci. Quindi all'inizio abbiamo una sorta di santarella ligia al lavoro, con i paraocchi di ferro. Poi un giorno arriva negli uffici per una riunione di lavoro, tale Julian Lawrence, uno degli uomini più ricchi di New York e belloooooooooo, bello e impossibile...A quanto pare possibilissimo invece, perché il tizio le incolla gli occhi addosso e sembra non vedere che lei. Poi lui chiede alla società per cui lavora Kate che sia lei ad occuparsi dei suoi affari, così è costretta a passare da casa sua la vigilia di Natale per lasciargli delle scartoffie. Galeotte furono le scartoffie: lui era già innamorato di lei la prima volta che l'ha vista mentre lei cerca di fare la preziosa. I due iniziano a scambiarsi email come due vecchi amici, quando lui all'improvviso decide di troncare, che è meglio tenere separata la vita sentimentale dal lavoro, bla bla bla e tutte quelle robe lì. Poi in una sera di marzo Kate sta facendo jogging quando viene aggredita da un tizio, e chi appare all'improvviso per salvarla? Tadaaaa!! Julian Lawrence, che manco fosse Superman, gonfia la faccia all'aggressore e poi la riaccompagna a casa. Quando si vedono la volta successiva lui le regala la quota di un jet privato e iniziano le lamentele che si protrarranno per quattrocento pagine (e quattrocento pagine so' lunghe eh!) "Tu sei ricco e io no, non devi farmi regali costosi sennò mi sento una mantenuta (però intanto se li piglia), non posso accettarlo, non farlo mai più. Tutto ciò che voglio siamo io e te insieme che corriamo felici su un prato, con in mano solo un panino e una birrozza" (questo è il riassunto delle lamentele). Poi lei non vuole baciarlo perché ha appena bevuto un caffè e le puzza l'alito...e io che credevo di leggere una storia romantica...Ho capito che bisogna essere realisti ma, dato che il romanzo viene presentato come una grande storia d'amore che supera i confini dello spazio e del tempo, mi aspettavo qualcosa di più trascendentale sinceramente! Quando Julian la invita a casa sua lei pensa subito "Evvai, stasera si conclude qualcosa!", invece lui fa il bravo ragazzo e le chiede di aspettare perché crede che lei non sia pronta. "Non sono pronta?" dice lei, "Io sono pronta eccome. Fidati, mai stata tanto pronta in vita mia" e poi "se mi ami adesso, perché non mi trascini di sopra, e me lo dimostri?". Figlia, datte 'na calmata!! Dopo due battute, quando lui si rifiuta ancora (a bella, questo non ce staaaa!), lei pensa di lanciarsi "in una tirata femminista, sbandierando citazioni di Simon de Beauvoir" per controbattere. Mi stai dicendo che vuoi usare Simon de Beauvoir come scusa per farti portare a letto? Ma dico, sei pazza? Simon de Beauvoir ti avrebbe trucidata all'istante. I capitoli ambientati nel nostro tempo si alternano poi con quelli ambientati ad Amiens, in Francia, nel 1916, dove Kate, che dice di essere vedova, è andata (non si sa come, si scoprirà solo alla fine) per ritrovare Julian e confidargli un'importante informazione che gli salverà la vita (che altrimenti perderà durante una missione notturna). Kate scopre infatti che Julian viene dal passato, che ha combattuto durante la prima guerra mondiale in Francia, e che proprio durante una battaglia è stato catapultato nei nostri giorni. E non è tutto, perché questo Julian altri non è se non il famoso poeta e scrittore inglese Julian Ashford, divenuto famoso per la sua celebre poesia "Oltremare"(questo ovviamente sempre nella finzione letteraria). Sembra complicato, ma vi giuro che non lo è. Ora, per non spoilerarvi altro nel caso intendeste leggere il libro, l'idea di base, dell'amore passionale e del viaggio nel tempo, sarebbe anche buona (anche se non è originale), se non fosse che bisogna sorbirsi i continui dialoghi triti e ritriti tra i protagonisti. Un continuo lamentarsi da parte di Kate di non essere all'altezza di Julian, e un continuo ribadire da parte di lui, in maniera affettata fino allo sfinimento, di quanto lei sia bella e di quanto lui la ami. Insomma, i dialoghi sono davvero poco credibili. Ve ne lascio un assaggio:

"Sei tu a rendermi felice. Qui, adesso, finalmente vicino a me. Questo mi appaga. Non desidero altro dalla vita."

"Nient'altro?" (...)

Booktellers: Le parole del nostro destino di Beatriz Williams

"Voglio te. Soltanto te."

"Io sono già tuo, Kate."

"Sì, finalmente."

Immaginate di leggere una cosa del genere per oltre quattrocento pagine...non se po' fa! Sono riuscita ad arrivare fino alla fine spinta unicamente dalla curiosità sulla sorte di Julian: morirà oppure Kate, nel passato o nel presente, riuscirà a salvarlo? Ecco. Per il resto...avrei preso a randellate lei per buona parte del libro. Kate è una gatta morta fatta e finita: prima tutta casa e lavoro, poi quando incontra Julian diventa un'assatanata. E io odio le gatte morte. Ma sul serio.

Al secondo appuntamento gli dice che dovrebbero fare sesso selvaggio e quando lui le confessa di averla aspettata per dodici anni lei cosa gli chiede prima di tutto? "Come hai fatto a stare dodici anni senza sesso?" E poi iniziano le 50 sfumature di seppia (sì, perché lui è uno all'antica). Lo fanno in tutti i luoghi e in tutti i laghi, e tu sei lì a chiederti perché mai hanno suscitato tanto scalpore i libri della James quando ne esistono tante versioni simili, solo più ripulite. Esatto, diciamo che i protagonisti di questo romanzo somigliano molto a quelli delle 50 sfumature, solo più ripuliti. Lui è bellissimo, di una bellezza quasi ultraterrena, e lei non fa che sbavare per il suo corpo perfetto per tutto il tempo; è ricchissimo, è ossessionato da lei e lei si sente una cacchina quando lui le dice che tutto ciò che lui possiede ora è anche suo. Insomma, chi vi ricorda? Ripeto che a me l'idea di fondo della storia è piaciuta, una volta arrivata alla fine e compreso tutto il gioco di cose non dette. Quella che non mi è piaciuta è stata soprattutto la caratterizzazione del personaggio di Kate, troppo superficiale, talmente impegnata a non voler apparire come la fidanzata/mantenuta dell'uomo più ricco di Manhattan, a far finta di ribellarsi ai suoi ordini che alla fine non risulta credibile. Vidi questo libro appena uscì, lessi la trama e mi catturò subito (mi piacciono tantissimo i romanzi ambientati in due epoche diverse), così lo inserii subito nella mia lista dei desideri. E lì è rimasto fino a questo lunedì quando, dovendo spendere un buono su IBS, mi sono imbattuta di nuovo in lui e mi sono detta "perché no? è da tanto che vorrei leggerlo!". Forse nutrivo troppe aspettative su questo romanzo, sarà perché volevo leggerlo da tanto, sarà perché l'ho trovato così diverso da come me lo aspettavo che mi ha delusa parecchio. Ed è un vero peccato, perché la storia non è male! Lo so, l'avrò detto mille volte, ma non mi stancherò di ripeterlo! Perché?Perché, Beatriz? Why non hai scritto meglio la storia? E niente, quando ci rimango male per qualcosa divento rompiballs, lo so. Quindi ora mi ritiro, prima di dire un altro "perché?". Nonostante tutto, mi piacerebbe che qualcuno di voi lo leggesse per sapere cosa ne pensa. Se invece lo avete già letto, fatemi sapere come sempre nei commenti! Vi ricordo che ho aperto da poco anche una pagina Facebook, vi lascio il link ! A presto ;)

Stay imbranation

The imbranation girl


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog