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Booktellers: Shirley di Charlotte Bronte

Creato il 07 gennaio 2016 da Stellazzurra

Buongiorno cari imbranations! Non vedevo l'ora di scrivere questo post, perché il libro di cui vi parlerò oggi è un romanzo scritto nel 1849 dall'unica, inimitabile Charlotte Brontë (applausi prego). So che lo sta leggendo un'altra ragazza, La Svamps del blog Oh ma che ansia, per cui vi consiglio di stare sintonizzati e di non perdervi la sua prossima recensione ;)

Booktellers: Shirley di Charlotte Bronte

Titolo: Shirley

Autore: Charlotte Brontë

Editore: Fazi

Collana: Le strade

Genere: narrativa classica

Pagine: 684

Data di pubblicazione: 19/11/2015

Prezzo: brossurato € 16,50 / ebook € 9,99

Yorkshire, inizio Ottocento. Shirley, giovane donna ricca e caparbia, si trasferisce nel villaggio in cui ha ereditato un vasto terreno, una casa e la comproprietà di una fabbrica. Presto fa amicizia con Caroline, orfana e nullatenente, praticamente il suo opposto. Caroline è innamorata di Robert Moore, imprenditore sommerso dai debiti, spietato con i dipendenti e determinato a ristabilire l'onore e la ricchezza della sua famiglia, minati da anni di cattiva gestione. Pur invaghito a sua volta della dolce Caroline, Robert è conscio di non poterla prendere in moglie: la ragazza è povera, e lui non può permettersi di sposarsi solo per amore. Così, mentre da una parte Caroline cerca di reprimere i suoi sentimenti per Robert - convinta che non sarà mai ricambiata -, dall'altra Shirley e il suo terreno allettano tutti gli scapoli della zona. Ma l'ereditiera prova attrazione per un insospettabile...
Shirley si inserisce nel grande filone del romanzo sociale inglese di inizio Ottocento: i suoi personaggi vivono gli avvenimenti storici dell'epoca - le guerre napoleoniche e le lotte luddiste -, facendo i conti con le contraddizioni del progresso industriale e offrendo spunti di riflessione sul lavoro, sul matrimonio e sulla condizione della donna.
Dopo la riproposta di Villette, continuiamo la pubblicazione dell'opera di Charlotte Brontë con Shirley, capolavoro meno noto. Secondo romanzo dell'autrice dopo Jane Eyre, questo libro ha decretato il definitivo passaggio di Shirley da nome maschile a nome tipicamente femminile.

"Non so se hai mai letto libri in inglese. Se è così, allora posso raccomandarti calorosamente Shirley di Currer Bell, autore di un altro romanzo, Jane Eyre. È bello come i dipinti di Millais o Boughton o Herkomer. L'ho trovato a Princenhage e l'ho letto in tre giorni"."Leggiamo Charlotte Brontë non per la squisita osservazione del personaggio, non per la commedia, non per una visione filosofica della vita, ma per la poesia. Probabilmente accade con tutti gli scrittori che, come lei, hanno una personalità travolgente... loro devono solo aprire la porta per farsi sentire. In loro c'è una ferocia indomita perennemente in guerra con l'ordine accettato delle cose".
Virginia Woolf
Lettera di Vincent Van Gogh al fratello Theo, 15 agosto 1881

(ATTENZIONE: SPOILER!)

Riguardo alla copertina c'è poco da dire: Fazi mi ha messo una donna vestita di un bellissimo blu, il mio colore preferito. Appena ho visto il libro mi è venuta in mente una sola parola, "MIO!". Devo confessarvi che in realtà avevo un po' paura di leggere questo romanzo, poiché "Jane Eyre" è il libro della mia vita, e temevo di rimanere delusa dal confronto. Poi ho capito che non potevo mettermi a confrontare ogni cosa e, anche se durante la lettura mi è scappato qualche commento in merito, ho cercato di godermi il più possibile la storia. Devo ammettere che l'inizio è stato un pochino lento, Charlotte ci gira intorno per un bel po' prima di arrivare al punto. Pensate che per incontrare la protagonista bisogna aspettare duecento pagine. Ma nel frattempo non si può dire che ci si annoi. Adoro lo stile della Brontë, il suo modo di rivolgersi direttamente al lettore, ammiccando e ridendo sotto i baffi per qualcosa che lui non può ancora comprendere. Nelle prime righe sembra introdurci in un'atmosfera romantica, da sogno:

Negli ultimi anni, sul Nord dell'Inghilterra si è abbattuta una pioggia di pastori d'anime: più fitti sulle colline, dove ogni parrocchia ne ha uno o più di uno, tutti abbastanza giovani per essere molto attivi e recar gran giovamento. Ma non di quegli anni parleremo, né degli attuali...che in effetti sono caldi, riarsi, bruciati dal sole del meriggio, dimenticandolo nella siesta, passando il cuore della giornata nel torpore, sogneremo l'alba.

Poi ferma subito le nostre fantasie. Sulla soglia della storia ci accoglie un'autrice che ci ammonisce immediatamente. Se credevamo di aprire il libro e trovare qualcosa che ci facesse sognare, lei ci fa il predicozzo e ci riporta con i piedi per terra:

Se da questo preludio, lettore, pensi che ti si ammannisca qualcosa di romantico...ebbene, non ti sei sbagliato di più! Pregusti sentimentalismo, poesia, sogni a occhi aperti? Ti vai immaginando passione, emozione e melodramma? Calmati e riporta le tue speranze a un livello inferiore. Ti sta davanti qualcosa di assai concreto, di freddo e solido. E di così poco romantico come può esserlo un lunedì mattina per chi va a lavorare e si sveglia con la coscienza di dover uscire dal letto e per giunta anche di casa. Non si afferma qui, perentoriamente, che non avrai un assaggino eccitante, almeno verso la metà o la fine del pranzo...ma sia ben chiaro che il primo a venir in tavola sarà un piatto che un cattolico (sì, perfino un cattolico anglicano) potrebbe mangiare anche nella Settimana Santa, il Venerdì di Passione. Saranno lenticchie fredde, niente olio e solo aceto; saranno radici amare e pane azzimo e niente agnello arrosto.

In altre parole la cara Charlotte ci sta dicendo "toglietevi dalla testa che vi parlerò di sbaciucchiamenti, infrattamenti, tresche e robe varie! Qui si parla di cose serie". Sono bastate queste quattordici righe per accendere la mia curiosità. La storia è ambientatoa nel periodo dell'industrializzazione dell'Inghilterra settentrionale, caratterizzato dalle rivolte degli operai che si vedono soppiantati dalle macchine, e pertanto cercano di ostacolare l'arrivo delle attrezzature meccaniche alle fabbriche. Questo è lo scenario che apre il romanzo. Prima ancora di incontrare Shirley, troviamo Caroline Helstone, nipote del reverendo "orrido" Helstone il quale crede che le donne debbano essere solo belline, carine e con un tappo in bocca. Caroline è bella, giovane e vivace, e si innamora a poco a poco di quel musone del cugino Robert Moore (a cui vorrei mollare due schiaffi in faccia!). Se si innamorassero l'uno dell'altra sarebbe troppo facile, per cui c'è un intoppo. E l'intoppo è costituito dallo stesso Robert, che è troppo ambizioso per poter solo pensare di sposare una ragazza di modeste condizioni. Lei, cercando di nascondere e di reprimere i suoi sentimenti per lui, si ammala gravemente: praticamente è depressa. Non mangia, non dorme, non vuole uscire di casa, non vuole vedere nessuno. Già la poveraccia era depressa perché viveva con quella specie di essere che è suo zio, che non se la filava di striscio, figuriamoci quando Robert le fa capire chiaramente che non se la fila nemmeno lui! (Il che non è vero perché lui ricambiava l'amore di Caroline, solo che "sono troppo preso dal lavoro, sono troppo ricco, devo mirare più in alto e gne gne gne!) Dopo tanta depression arriva finalmente questa Shirley, che si rivelerà una benedizione per Caroline. Le due ragazze infatti diventeranno grandi amiche e la nuova arrivata, con il suo carisma e la sua joie de vivre, la tirerà su di morale. Ma non troppo. Passiamo ora alla vera protagonista del romanzo (anche se, a dire la verità, mi sono sembrate protagoniste a pari merito tanto Caroline quanto Shirley), Shirley Keeldar, una donna fuori dagli schemi per il suo comportamento e per la posizione che ricopre nella società: "signore di Fieldhead". Una donna con un nome maschile, che occupa una posizione maschile è già di per sè fuori dagli schemi, se consideriamo il periodo in cui è ambientata la storia. Se poi vi si aggiunge che afferma apertamente le sue idee riguardo la politica e gli affari, diventa una sorta di mostro a tre teste per gli uomini del tempo. Inizialmente questa tipa mi è stata anche antipatica. Caroline pende dalle sue labbra e la segue ovunque come un cane fedele. Poi quest'ultima si ammala di nuovo (sempre a causa delle pene d'amore per il suddetto Robert Moore) e rischia quasi di morire. Di morire, gente. Per amore. Un tempo si moriva per amore, sì. E non stavano neppure insieme,né si erano mai baciati. Questo accadeva un secolo fa. Ebbene, dopo un episodio alla Beautiful in cui Caroline scopre che la governante dell'amica è in realtà sua madre ( e qui parte la musica di Carramba che sorpresa in sottofondo), Shirley se ne parte per una vacanza al mare con altre persone. Ma come? Amicone amicone, e poi quando quella poraccia sta per morire di crepacuore tu te ne vai al mare? -.- Sorvoliamo. Quando Shirley torna dalle vacanze ospita alcuni parenti nella propria tenuta, e tra questi c'è il precettore del cuginetto Henry. E chi è il precettore? Ma è il fratello di Robert, Louis Moore. Vediamo la ragazza indomita e recalcitrante farsi a poco a poco docile in presenza di Louis, e il bello è che lui lo sa. E sa anche di essere solo un povero precettore, e che sarebbe troppo pretendere da Miss Keeldar un'attenzione maggiore. Ma il grande Louis ci sa fare (non come quel bietolone del fratello!) e riesce a domare il carattere focoso di Shirley (ho scritto sul serio focoso?). Mr.Moore aspetta con pazienza di catturare la sua preda, perché sa che un minimo movimento maldestro potrebbe farla scappare:

La gente avventata beve il nettare dell'esistenza quando è bruciante; io lo gusto freddo come la rugiada.

Magistrale è la scena in cui Louis decide di dichiarare il suo amore a Shirley: una scena carica di tensione e di passione. I due si tengono testa a vicenda fin quando Shirley non capitola definitivamente. L'intera scena è una vera lotta tra i cuori dei due innamorati:

"Sembrate irata e altera".

"E voi siete di gran lunga più altero. Il vostro è quel tipo di mostruoso orgoglio che simula l'umiltà".

"Io sono un dipendente: conosco il mio posto".

"Io sono una donna: conosco il mio".

"Io sono povero: devo essere orgoglioso".

"Io ho ricevuto per legge, ma sono tenuta a obblighi rigorosi quanto i vostri".

Avevamo raggiunto un punto critico: ci fermammo e ci guardammo finalmente l'un l'altra. Non voleva cedere, lo sentivo.

Louis le sbarra la strada e non le permette di lasciare la stanza fin quando non avrà confessato i propri sentimenti per lui:

"Mi chiedo come osiate parlar di andarvene, ora! Voi ve ne andate! Come! Con il mio cuore nelle vostre mani, per appoggiarlo poi sulla vostra toeletta e usarlo come puntaspilli? Dalla mia presenza non vi muovete, fuori dalla mia presa non fuggite, finché non avrò ricevuto un ostaggio...pegno contro pegno...il vostro cuore per il mio".

Sono stata così felice di aver letto, dopo tanto tempo, un bel romanzo classico. E non credevo che questo libro potesse affascinare così tanto. L'autrice ci aveva promesso all'inizio che avremmo avuto un assaggino eccitante verso la fine del libro e, come sempre, ha mantenuto la parola. Non posso che consigliarvi la lettura del libro, e io non vedo l'ora di leggere anche l'altro romanzo della Brontë, sempre ripubblicato da Fazi Editore, "Villette". Nel frattempo vi auguro una buona ripresa dalle vacanze appena terminate e vi do appuntamento alla prossima recensione librosa. :)

Stay imbranation

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