La buona notizia è che invece entro la metà del 2011 ci saranno 2 miliardi 306 milioni e 609 mila cristiani di tutte le confessioni nel mondo, i quali rappresenteranno il 33% della popolazione globale. Si tratterà di un lieve aumento della percentuale rispetto al 2000 (32,7%), ma anche di una lieve diminuzione dal 1900 (34,5%). Questi 2,3 miliardi di cristiani, riporta un articolo su Avvenire, possono essere suddivisi in 6 macro-blocchi dal punto di vista ecclesiale: 1 miliardo 160 milioni e 880 mila cattolici, 426 milioni e 450 mila protestanti, 271 milioni e 316 mila ortodossi, 87 milioni e 520 mila anglicani, 378 milioni e 281 mila «indipendenti» (cioè coloro che sono separati dal cristianesimo confessionale) e 35 milioni 539 mila cristiani «marginali».
Rispetto ai 2,3 miliardi di cristiani del mondo, vi sono 1,6 miliardi di musulmani, 951 milioni di indù, 468 milioni di buddisti, 458 milioni di cinesi che praticano culti popolari, e 137 milioni di atei, il cui numero è diminuito negli ultimi dieci anni e diminuirà ancora di più nel corso degli anni (cfr. Ultimissima 5/7/10). In questo 2011 avremo una media di 80 mila nuovi cristiani al giorno (31 mila saranno cattolici) e 79 mila nuovi musulmani, ma meno di 300 atei ogni 24 ore. L’Africa ha dimostrato di essere l’area più sorprendente dal punto di vista della crescita cristiana nel secolo scorso (da 8,7 milioni nel 1900 a 475 milioni di oggi e 670 milioni entro il 2025).
Oltre a fornire altri numeri di rilievo secondario (n° di ascoltatori di radio cristiane e n° di libri cristiani venduti), vengono date risposte agli studi sulla scomparsa del cristianesimo, il quale può dirsi in calo nell’Europa occidentale, ma si colloca in una curva a crescita esponenziale che impressiona in altre parti del mondo, compresa la più difficile delle regioni per l’evangelizzazione cristiana, l’Asia. Infatti, continua l’articolo, il continuo aumento del cristianesimo rispetto al declino dell’ateismo (in numeri assoluti e considerando gli atei come percentuale sul totale della popolazione mondiale) suggerisce la possibilità che la dimensione caustica del nuovo ateismo, potrebbe avere a che fare con un timore preciso di alcuni atei, di per sé scaltri: stanno perdendo e il tempo sta avanzando. È improbabile che una notizia del genere si possa apprendere dai media tradizionali. In ogni caso ci sono i numeri.