Del milione e 300 mila di posti di lavoro persi in Italia nel 2012, 16 mila vengono dalla Sicilia.
Il 2012 è stato un anno nero per i siciliani: al netto delle assunzioni, negli ultimi tre mesi dell'anno sono stati in 288 mila a perdere il lavoro, praticamente quasi 100 mila persone ogni mese. Una progressiva discesa verso una crisi più profonda, se si pensa che si è passati dai 143 mila licenziati del periodo gennaio - marzo dell'anno scorso, ai 288 mila di ottobre - dicembre, quasi il doppio. Leggendo il report ministeriale relativo alla situazione nazionale, quello che viene fuori è che i posti tagliati riguardano per circa il 60 per cento contratti a tempo determinato, a cui si devono aggiungere quelli di apprendistato e di collaborazione, mentre meno del 20 per cento dei rapporti di lavoro cessati coinvolge lavoratori impiegati a tempo indeterminato.
Nel complesso, comunque, l'anno scorso nell'Isola
i posti perduti sono stati leggermente meno rispetto al 2011, quando furono in 859 mila a restare in mezzo alla strada. Magra consolazione, se si spulciano i dati del ministero del Lavoro dal 2009, l'anno dello scoppio della crisi, a ora: in quattro anni in Sicilia sono stati bruciati tre milioni e 300 mila posti di lavoro.
Vanno un po' meglio le cose sul fronte delle nuove assunzioni, ma anche qui la Sicilia segue il trend nazionale e i contratti attivati sono per lo più a tempo determinato e precari. Nell'Isola da ottobre a dicembre sono stati 187 mila i nuovi assunti, in maggioranza nei servizi, in calo rispetto ai primi tre mesi del 2012, quando a trovare lavoro furono 216 mila persone. In totale, se si conta l'intero anno, in Sicilia sono stati assunti 818 mila soggetti, contro gli 853 mila del 2011.