Ad una settimana dal lancio, l’app di Twitter per il live streaming Periscope fa il pieno di fan superando per link alle dirette la rivale Meerkat, più “vecchia” di un mese. Secondo il contatore online di Topsy, solo nel weekend d’esordio i link alle dirette su Periscope condivisi sul microblog hanno sfiorato quota 100mila, con un vero e proprio picco nella giornata di sabato (51mila), segnando un netto sorpasso dei tweet con link a dirette su Meerkat.
L’app Periscope (theguardian.com)
Il successo dell’app Periscope. “Siamo entusiasti dell’accoglienza che Periscope ha ricevuto”, afferma Salvatore Ippolito, country manager di Twitter Italia, “quello che si può già notare, a una settimana dal lancio, è che l’utenza è davvero molto eterogenea e creativa. Periscope in questo senso è molto simile a Twitter. È Twitter, in video: live, conversazionale e pubblico”.
In Italia l’accoglienza è stata delle migliori, con testimonial come Fiorello e Jovanotti tra i cosiddetti “early adopters” e con numerosi esperimenti in itinere, dalle redazioni giornalistiche (ad esempio La Stampa e Repubblica) alle radio (da Radio24 a Radio Deejay), ai partiti (l’intervento di Renzi alla direzione Pd di lunedì è andato anche su Periscope). E con i suoi primi fenomeni, come la cantante Lidia Schillaci che con i suoi live è stata notata anche da una bibbia dell’informazione tecnologica come Mashable. L’app servirà anche a trasmettere l’omelia della Messa della domattina per Pasqua, celebrata in Duomo dall’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola.
Il fenomeno ha tutte le potenzialità per non restare una moda del momento. Ne è convinto Mario Morcellini, pro-rettore alla Comunicazione dell’Università La Sapienza, secondo il quale “se la tv era considerata una finestra sul mondo, con Periscope è come avere le pareti della propria vita in trasparenza”. (ANSA)