Quando si è trattato di decidere la meta ci siamo detti: “Non e’ che col bimbo dobbiamo per forza andare al mare…” Anche se poi una puntata al mare la abbiamo fatta lo stesso, guidando lenti fino a Arcachon e percorrendo la strada costiera punteggiata dei chioschi dei venditori di ostriche che si snoda lenta fino a Cap Ferret.
E alla vigilia della partenza, mentre qualcuno ci prendeva in giro per aver scelto una della capitali del vino – proprio noi che viaggiavamo accompagnati da un piccolo “non santo e neanche bevitore” – ci siamo ripetuti come un mantra: “Non è che con un bambino piccolo dobbiamo per forza rinunciare ai piaceri del gusto e della buona tavola!”
Così siamo volati verso questa città – a buon diritto definita la “Regina dell’Aquitania” – che ci ha sedotti con il suo accento, ma soprattutto con il suo fascino così squisitamente francese, che va ben al di là della sua posizione geografica. Bordeaux, città universitaria con un centro storico che è patrimonio dell’UNESCO, con la sua cattedrale imponente e gotica e con i suoi mercati, pieni di merci e di colori. Bordeaux con i suoi bistrot eleganti, le sue patisserie e la folla che passeggia, pattina, pedala, sulla riva della Dordogne con i suoi musei e le vetrine del centro.
A Bordeaux pare del tutto normale che le persone girino con la baguette sotto braccio e che nelle vetrine, invece delle uova di Pasqua al cioccolato, ci siano le uova ripiene di canelé (un dolce tipico di questa città), perché è davvero così francese che non potresti aspettarti altro. E durante i nostri giorni in città abbiamo cercato di assaporare il più possibile questa atmosfera d’oltralpe, alternando cambi di pannolino nei fast-food ad assaggi da gourmet nei mercati, pranzi nei bistrot all’aperto a paté spalmato sulle baguette acquistate ancora tiepide, merende a base di frutta omogeneizzata sui prati del Jardin Public a degustazioni di vino in cantina. Per vivere tutti i sapori e i profumi della Francia e farli vivere un po’ anche al nostro bimbo.
Quindi di Bordeaux vorrei condividere proprio i sapori e i profumi che mi hanno conquistata, iniziando dal suo famosissimo vino a cui ci si avvicina con tutti i sensi all’erta – con la vista prima ancora che con il gusto – per passare al sapore di mare delle ostriche del mercato che arrivano direttamente dalle acque della Baia di Arcachon, fino al bianco invitante dei formaggi disposti in maniera elegante come gioielli, tanto che non puoi fare a meno di fotografarli prima di assaggiarli, e finendo con la semplice bontà di una omelette. E poi i colori dei macarons, la fragranza delle baguette, la morbidezza dei canelés, la dolcezza delle crepes con la creme chantilly e le bollicine della Perrier.
Tutto questo per me è stata Bordeaux, la nostra Bordeaux profumata e saporita a misura di famiglia. Perché viaggiare significa provare a entrare in un Paese anche attraverso il gusto, anche quando hai un bimbo, rispettando i suoi tempi e cercando di coniugare i suoi desideri con i tuoi.
Francesca Patatofriendly
Viaggiatrice per passione e mamma appassionata (e un po’ incasinata) cerca di mettere ordine nei suoi pensieri (anche) scrivendo un blog, di viaggi ma non solo.
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