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Borgo Pliss (16): Dal balcone

Creato il 24 gennaio 2012 da Mcnab75

Borgo Pliss (16): Dal balcone

25 settembre

La birra è fresca. Non ghiacciata ma godibile. Massimo la sorseggia gustandosela. Nadia è seduta schiena a schiena con lui, sul balcone della camera della ragazza, al quarto piano. È sera e si vedono i lampioni accesi in tutto il quartiere. Più in là, nella zona delle Strade di Nessuno, tutto sembra più buio. Malebolgia nemmeno si scorge.

«Questa birra è fantastica. Ma davvero la produce quel tizio… come si chiama?»

«Sarti. È il nostro cantiniere. Non vive qui all’hotel ma l’avrai incrociato almeno dieci volte. È che a te non importa di conoscere nessuno di noi.»

«Non è vero. A me interessi tu.» Le parole sono più veloci del pensiero. Però almeno una volta Massimo è riuscito a dire quello che sente.

Nadia si volta di lato e sorride. Come sempre è il ritratto della serenità. I suoi capelli profumano di lavanda. «Tu stai ancora pensando ad andartene. A tornare a casa.» Non è una domanda.

Lo scrittore sa di dover giocare d’azzardo. «In realtà ho anche… una specie di piano. Vorrei che tu venissi con me.»

«Credi davvero di essere il primo che si è inventato chissà cosa per tentare di lasciare il Borgo? Solo la Signora è capace di mandare qualcuno di noi indietro. Ma il prezzo è altissimo.»

Danilo gli ha accennato qualcosa: alchimia, rituali di sangue, sacrifici. Il che non getta esattamente Steno sotto una buona luce. Massimo rabbrividisce ma cerca di portare la discussione sui binari che desidera. «E se alla Signora interessasse soltanto tornare alla sua vita di prima, senza rompere i coglioni, organizzare genocidi o chissà cosa?»

La ragazza ci pensa su un attimo. «Il Sindaco e i suoi ti direbbero che lei è una manifestazione del Male. Libera per il mondo e senza qualcuno come Pliss a controllarla, costituirebbe una vera e propria piaga.»

«A me interessa ciò che credi tu.»

«Qui si sta bene. Cioè, è un bene diverso, ma non rimpiango quasi nulla della vita di prima. Sono cose che già ti ho detto.»

«E se tornassimo insieme per te cambierebbe qualcosa?»

«Corri troppo, cowboy. Ci conosciamo appena.» Tuttavia la voce della ragazza è divertita.

«Io voglio incontrare la Signora. Voglio parlarle. Non accetto la verità della Cerchia come se fosse un dogma.»

Nadia gli afferra il polso e lo stringe forte. «Ti faranno del male. È un piano… del cazzo.»

Massimo scoppia a ridere. La parolaccia è liberatoria. «Cercherò di non farmi ammazzare. E poi che utilità avrei io per i tizi di Malebolgia? Da quello che ho capito sono interessati soltanto a trovare un modo per liberare la Signora dal Borgo. I diari di Francesco Pliss, no? Quelli che i tuoi amici conservano qui all’hotel.»

La ragazza non risponde. Il suo senso di fedeltà è encomiabile, per chi crede in certe cose.

Massimo insiste. «Vuoi venire con me?» Trattiene il fiato. Non l’avrebbe mai detto ma teme la risposta.

«No, non lo farò. Ma non ti tradirò nemmeno.» Detto ciò Nadia si alza e rientra in camera. «Finisci la birra e poi lasciami. Voglio stare sola.»

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