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BORKNAGAR – Winter Thrice (Century Media)

Creato il 10 febbraio 2016 da Cicciorusso

borknagarwinterthricecdPraticamente è successa una cosa strana. Nei Borknagar, adesso, ci stanno quattro – dico quattro – cantanti. Come diavolo hanno fatto a mettersi tutti d’accordo? Dalle premesse non era certo lecito aspettarsi un album eccelso, semmai un potenziale disco di merda dell’anno (qualcuno ha forse detto bububu?) e personalmente non auspicavo il solito né carne né pesce. Ma prima di tutto, chi sono i fantastici 4: ICS Vortex, che pare abbia riversato tutto il cattivo gusto residuo in Arcturian; Vintersorg, che si è operato e ora sta meglio; Lazare, l’altro tizio dei Solefald (uè, ho sentito distintamente un altro bububu, smettetela per favore); e – udite, udite – la buonanima di Garm. Nel suo piccolo è un evento storico, dico riascoltare di nuovo Garm coi Borknagar, e il fatto che i quattro non siano venuti alle mani, di per sé è già un grande risultato. Ognuno, invece, ricopre un ruolo definito e occupa uno suo spazio preciso in scena: Vintersorg e Garm voce harsh e gli altri due clean e cori. A parte questi, ahimè, insufficienti effetti placebo, i norvegesi dimostrano di essere ancora confinati nei dintorni delle occasioni mancate, come ci hanno abituato da 15 anni circa, e anche Winter Thrice ha quel saporaccio di Salerno-Reggio Calabria, che sarebbe anche ora di tirar fuori gli attributi e prendere una decisa svolta musicale in un senso o in un altro visto che, a mio parere, ci sarebbero in abbondanza sia le capacità tecniche che gli elementi di contenuto.

Vent’anni anni di carriera (in agosto parleremo dell’esordio omonimo) e dieci dischi: cifra tonda, obiettivo raggiunto, bandierina piazzata e onore al merito. Ma questa scarsa chiarezza di intenti cui prodest? Nel merito, la prima traccia è un bel brano alla simil-Enslaved, i quali però ci erano arrivati eoni fa a quel tipo di black tecnico. Poi un brano a dire il vero melodicamente stupendo e complesso nella sezione ritmica, Panorama, cantato tutto pulito, se i filtri non tradiscono il mio orecchio, da Lazare, il tastierista che, per inciso, è quello che si fa il culo più di tutti in un lavoro compositivo e di intuizioni efficaci senza le quali il disco avrebbe sofferto enormemente. Questo approccio potrebbe tranquillamente rappresentare un ipotetico futuro dei Borknagar in chiave progressive, per esempio. Le restanti tracce, comprese quelle in cui canta Garm, restano per lo più nella media dei buoni brani nel classico stile ammorbidito dei Borknagar degli ultimi anni, a tratti ancora più melodici rispetto a Urd. Posto che è davvero improbabile che riescano o vogliano tornare al passato viking ed esplorate ormai le strade intermedie, ribadisco, posso solo augurarmi che colgano l’occasione per operare una svolta coraggiosa. (Charles)



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