La inietta la BoJ
Ennesimo crollo di Banca MPS. Vola invece Ubi Banca. Molto bene Finmeccanica, Exor, Stm, Unicredit, Telecom,Enel, Intesa ed Fca.
A sorpresa (o forse no?) la Bank of Japan annuncia che incrementerà il proprio Quantitative Easing a 80.000 miliardi di yen (circa 574 miliardi di euro) all’anno. Ed il mercato ora scommette che la Bce (o la Bundesbank, che è la stessa cosa), dovrà per forza di cose mollare ed adeguarsi.
Ovviamente lo yen crolla ed ora ci vogliono più di 112 yen per avere un dollaro, non accadeva dal 2007, proprio il momento in cui scoppiava la bolla dei mutui subprime che, fra gli altri effetti, aveva “sbattuto” la moneta giapponese fin sotto quota “77”.
Che mossa è questa della BoJ?
La mossa della disperazione.
Che, comunque, ci fa capire come la “guerra delle valute” sia proprio lontana dalla sua conclusione, anzi, sembra proprio solo all’inizio. Nessuno vuole affogare, almeno per primo, e tira giù anche gli altri tra le acque impetuose, in questi vortici che, definire pericolosi, è un eufemismo.
Purtroppo la mossa odierna di Kuroda non fa altro che confermare quanto da me già scritto e ribadito più volte, e cioè che non sanno più come uscire da questa situazione, a questo punto ho davvero il timore che non esista via d’uscita.
Ma non mi esimerò dal tornare sull’argomento in maniera più dettagliata, per il momento il mercato reagisce come colui che aveva difficoltà a respirare al quale viene lanciata una maschera ed una bombola ad ossigeno.
Il Ftse Mib (+3,07%) festeggia ancora di più (proprio perché era quello che aveva maggior bisogno di “ossigeno”), sono saliti tutti i settori anche se non è stata una seduta “all green”.
Tre titoli, infatti, hanno terminato le contrattazioni con un ribasso, si tratta di Banca MPS (-10,46%) visto che in giornata c’è stato un rincorrersi di dichiarazioni dei vari Istituti che, temendo di essere associati alla Banca senese, hanno precisato di non avere alcuna intenzione di investire in MPS.
Tornerò anche su questo argomento con un apposito articolo perché ciò che ogni italiano deve chiedersi, a questo punto, è come una Banca, che dovrebbe essere monitorata continuamente, possa aver creato un disastro di così gigantesche proporzioni, sembra davvero impossibile. Anche volendo, intendo dire, anche facendo apposta, non si riesce a combinare una catastrofe simile.
Frecce rosse anche per Moncler (-0,54%) e Gtech (-0,21%).
Sul gradino più alto del podio troviamo oggi un altro bancario, Ubi Banca (+6,75%) che torna oltre quota 6 euro ed anche oltre la media delle quotazioni dell’ultimo anno.
Supera di nuovo quota 7 euro, invece, Finmeccanica (+5,97%) andando quasi ad azzerare le perdite dell’intera settimana.
Non si ferma, poi, Exor (+5,37%), il mercato scommette su una qualche aggregazione di Fca (+3,85%) perché sarebbe difficile spiegare queste ultime tre sedute solo con lo scorporo di Ferrari.
Boccata d’ossigeno per Stmicroelectronics (+5,24%) che ha preceduto una serie di titoli “pesanti” che hanno contribuito in maniera determinante alla crescita del nostro indice principale, mi riferisco a Unicredit (+4,25%), Telecom Italia (+4,09%), Enel (+4,09%) ed Intesa Sanpaolo (+3,91%).
Ossigeno puro per Tod’s (+3,38%), Yoox (+3,15%) e World Duty Free (+3,13%).
Seduta “anomala” per Snam Rete Gas (+3,11%) che dopo aver comunicato buoni dati trimestrali parte a razzo, poi limita i guadagni, ma alla fine torna sui valori di apertura.
E terminiamo con il comparto assicurativo in grande spolvero: Generali (+3,09%) e UnipolSai (+3,08%).
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro