All’indomani della marcia su Parigi le Borse europee chiudono la seduta con rialzi decisamente interessanti e non si fanno intimorire da un balbettante inizio di settimana a Wall Street.
Pronti … via, infatti, ed a New York arrivano solo ordini di vendita che fanno immediatamente precipitare gli indici a stelle e strisce nettamente in territorio negativo, un contraccolpo c’è, inevitabile, anche in Europa, ma le Borse del Vecchio Continente reagiscono immediatamente e vanno a terminare con rialzi medi intorno al punto percentuale.
Bene il comparto automotive mentre finisce contrastato il settore bancario che “si spezza” letteralmente in due.
Sul nostro Ftse Mib (+0,95%) in evidenza la galassia Agnelli, in vetta ai rialzi, infatti, troviamo oggi Cnh Ind (+3,27%), ma è stata una bella giornata anche per Fca (+2,52%) tornata nuovamente sopra quota 10 euro nel giorno in cui il suo Amministratore Delegato ha annunciato più di mille nuovi posti di lavoro per lo stabilimento di Melfi, una vera manna di questi tempi. Ricordiamo che nello stabilimento lucano si producono la Fiat 500X e la Jeep Renegade due modelli che stanno riscuotendo un buon successo negli Stati Uniti.
Ovviamente le buone performances di Cnh ed Fca hanno trainato al rialzo anche la holding Exor (+2,25%).
L’ottima intonazione del comparto automotive è stata completata dal guadagno messo a segno anche da Pirelli (+2,78%) tornata sopra quota 11 euro.
Fra le prime piazze dell’odierna classifica anche le “cugine” Atlantia (+2,78%) ed Autogrill (+2,38%).
Ed arriviamo così al nostro comparto principe, forse mai contrastato come oggi, si sono registrati infatti ottime performances soprattutto grazie ad Intesa (+2,20%), Bpm (+1,49%), Unicredit (+1,18%) e Mediobanca (+1,16%), ma anche pesanti ribassi che hanno interessato Banca MPS (-2,61%), Banco Popolare (-2,03%), Bper (-1,76%) ed Ubi Banca (-0,75%).
Ma a proposito di ribassi occorre sottolineare l’ennesima debacle di Saipem (-9,71%), davvero impressionante.
Scendono anche Tenaris (-2,56%) e Yoox (-1,38%), altri due titoli che ormai da tempo riservano solo dispiaceri ai propri azionisti.
Decisamente sorprendente (o forse no?) il calo di Azimut (-1,01%) nel giorno in cui il suo AD ha comunicato trionfante il consuntivo dei dati di raccolta per il 2014 chiuso con un aumento record (5,6 miliardi di euro +73%) rispetto al 2013.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro