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Borse: s’invertono le parti

Da Pukos
Borse: s’invertono le parti

In leggero ribasso l’Europa mentre sale Wall Street

Vola Azimut dopo i conti, molto bene anche BpM, Ferragamo, Banco Popolare ed Fca. Non è piaciuta la trimestrale di Generali, già anche Stm.

Le Piazze europee tirano il fiato mentre gli acquisti tornano a Wall Street, ormai sembra proprio che la tanto decantata globalizzazione si sia presa una pausa e le due sponde dell’Atlantico viaggiano sempre in controtendenza.

Nei giorni scorsi scendeva l’America e saliva l’Europa, oggi è avvenuto il contrario, New York sta facendo segnare rialzi significativi mentre i principali indici del Vecchio Continente hanno concluso le contrattazioni con segni meno, anche se, per la verità, molto contenuti.

A Wall Street sono tornati i dati macro e non potevano essere più contrastati, se da un lato, infatti, le prime richieste di sussidi alla disoccupazione (289.000 unità) sono risultate inferiori alle attese (306.000 unità), dall’altro le vendite al dettaglio sono calate per il terzo mese consecutivo (-0,6%), mentre gli economisti si aspettavano un aumento dello 0,4%.

Da segnalare anche l’aumento oltre le attese dei prezzi all’importazione, da nove mesi non si riscontrava un segno più, ma occorre sottolineare che il dato è stato molto influenzato dal costo dei carburanti.

Ma torniamo a Piazza Affari, da sottolineare come il lieve ribasso del Ftse Mib (-0,11%) sia arrivato al termine di una seduta poco volatile, ma nella quale abbiamo avuto titoli in netta controtendenza.

Svetta Azimut (+4,99%) tornata in prossimità dei propri record storici stabiliti lo scorso anno. A trainare il titolo non tanto una trimestrale risultata buona ma non esaltante, quanto la decisione di distribuire una cedola (0,78 euro) decisamente più generosa rispetto alle attese del mercato. I ricavi sono risultati in crescita, ma l’utile netto è diminuito a causa dell’accordo con l’Agenzia delle Entrate per chiudere contenziosi degli scorsi anni.

Eccellente anche la performance di BpM (+4,18%) tornata su quotazioni che non riscontrava dal 2010, l’odierno exploit è dovuto in gran parte all’annuncio dell’estinzione anticipata di bond perpetui sui quali gravava una cedola superiore all’8%.

Terzo gradino del podio per Salvatore Ferragamo (+2,74%) ormai vicinissimo al record storico stabilito nel dicembre del 2013, per il titolo del lusso un 2015 che non poteva cominciare in modo migliore (+40% da inizio anno).

Anche per il Banco Popolare (+2,60%) questo primo quarto di anno sarà ricordato a lungo dai propri azionisti, e che dire di Fca (+1,77%) la cui performance dell’anno in corso (+55,31%) ha portato il titolo sulla soglia dei 15 euro!!!

Pesante anche il rialzo di Unicredit (+1,71%) in trend rialzista da un mese esatto.

Ma, come dicevamo, abbiamo avuto anche ribassi estremamente significativi, in particolare va sottolineato il crollo di Generali  (-4,40%), al mercato non sono piaciuti i conti e non è bastata la crescita del dividendo a controbilanciare la delusione per un utile in calo soprattutto per le svalutazioni dovute in gran parte alla Bsi. L’AD Greco si è mostrato particolarmente orgoglioso dei risultati raggiunti dicendo che ora la pulizia dei conti si è conclusa ed il dividendo annunciato (60 centesimi) potrebbe ancora salire.

Forti prese di profitto per Stmicroelectronics (-3,41%) dopo il profit warning lanciato da Intel, ora occorrerà forse essere prudenti sul titolo.

Da segnalare infine anche i ribassi di Gtech (-2,87%) considerato un ex titolo della Borsa italiana, e di Ubi Banca (-1,32%) unico titolo del settore bancario in controtendenza, il mercato probabilmente non ha gradito un dividendo così esiguo (0,08 euro).

Hanno influito sulla performance del nostro indice principale anche i ribassi di titoli “pesanti” come Enel (-1,01%), Finmeccanica (-0,84%) ed Eni (-0,61%).

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro


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