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La Bosnia Erzegovina è da cinque mesi senza un governo. Dopo le elezioni del 3 ottobre 2010, infatti, non è stato ancora possibile formare l'esecutivo centrale, mentre così non è per i governi delle due entità che formano il paese e nemmeno per la presidenza tripartita. La mancanza di un governo rende impossibile procedere alle riforme richieste dall'Unione Europea e quindi blocca il processo di integrazione.
Qui di seguito la trascrizione della corrispondenza di Marina Szikora per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 1 marzo a Radio Radicale.
La riunione dei ministri degli esteri dell'Ue che hanno discusso dell'avanzamento della Bosnia Erzegovina verso l'Ue e dell'aiuto europeo su questo cammino si e' conclusa con il messaggio che l'Europa e' pronta ad offrire aiuto ma che il vero lavoro e' nelle mani della BiH. La formazione del Governo in BiH e' la precondizione per l'ulteriore avanzamento del paese, e' il messaggio dei capi di diplomazia dell'Ue. L'Unione appoggera' la BiH ma il suo futuro sta' innanzitutto nelle mani del popolo e dei leader politici della BiH. "E' importante che i colloqui sulla formazione del Governo portino risultati e che i leader politici soddisfino quello che da loro si aspetta. Restiamo impagnati ad assicurare il sostegno e utilzzare tutto il possibile. Vogliamo tra l'altro rafforzare anche la nostra politica e la nostra presenza sul terreno" ha dichiarato il capo della diplomazia europea Cathrine Aschton dopo la riunione del Consiglio dei ministri a Bruxelles.
Anche la Germania, scrive Deutsche Welle, si impegna per una presenza, visibilita' e forte rappresentanza dell'Ue in BiH, attraverso una rafforzata attivita' diplomatica europea. Il segretario di stato presso il Ministero degli esteri tedesco, Werner Heuer vede come precondizione dell'avanzamento della BiH le riforme che devono arrivare dall'interno. Heuer ha precisato che l'Accordo di stabilizzazione e associazione esiste e sta' nel 'cassetto' in attesa di essere attivato. Questo sara' possibile, afferma Heuer, soltanto se si avra' una situazione chiara relativa al futuro sviluppo costituzionale della BiH. Il capo della diplomazia svedese, Carl Bildt afferma che niente e' possibile finche' non sara' formato il nuovo Governo della BiH. Bildt precisa che si sta' lavorando sulla nomina del nuovo rappresentante della delegazione dell'Ue in BiH ma che nemmeno questo atto non avra' effetti finche' non verranno create le nuove istituzioni del potere in BiH. E mentre ci sono quelli che rimproverano all'Ue perche' e' passato molto tempo e non ci sono accordi concreti sulla presenza europea in BiH, il ministro degli esteri svedese risponde che non c'e' nessuna contestazione relativa ad una comune politica europea verso la BiH ma "questa politica ritiene che essendo questo il Paese del popolo della BiH le decisioni spettano a loro" e aggiunge che devono essere i cittadini della BiH a decidere sul loro governo o sulla politica economica poiche' si trovano in una situazione economica e sociale grave. Questi problemi non si possono risolvere a Bruxelles bensi' a Sarajevo, ha detto Carl Bildt. Il prossimo dibattito del Consiglio dei ministri relativo ad una rafforzata presenza dell'Ue in BiH e' previsto per il mese di marzo.
Bruxelles riconferma, almeno con le diverse dichiarazioni, che la BiH puo' aspettarsi dall'Ue un partner affidabile che desidera accoglierla come uno dei suoi membri. Ma quello che si esamina con grande attenzione e' l'orientamento europeo dei politici del Paese. Nella sede della Delegazione dell'Ue a Sarajevo si sono riuniti settimana scorsa i rappresentanti del potere statale e delle entita' insieme con gli alti funzionari dell'Ue. A porte chiuse si e' discusso dell'avanzamento della BiH verso l'Ue nonche' delle priorita' chiave nel 2011. L'attuale presidente della presidenza tripartita della BiH, il serbo Nebojša Radmanović ha detto alla conferenza stampa che l'avvicinamento della BiH all'Ue bisogna osservarlo attraverso due angoli. Il primo riguarda il desiderio della BiH di aderire all'Ue sul quale esiste un consenso basilare di tutte le rilevanti forze politiche anche se non bisogna mai trascurare l'esistenza di un certo numero di quelli che si oppongono all'ingresso del Paese nell'Ue. Il secondo angolo, di cui si parla molto poco, sottolinea Radmanović, riguarda la domanda che cosa l'Ue vuole dalla BiH? In BiH, afferma il presidente della presidenza della BiH, vi e' una piccola situazione di stallo causata dalla campagna elettorale e dalle elezioni in cui si e' spesa molta energia politica nelle attivita' elettorali e nelle abbastanza lunghe consultazioni relative alla formazione del governo. Radmanović si e' detto convinto che questo verra' superato. Ma e' altrettanto importane la questione se l'Ue vuole veramente e velocemente il suo allargamento sul territorio dei Balcani Occidentali. A tal proposito, e' dell'opinione l'esponente serbo della Presidenza, le riflessioni dell'Ue non sono sempre unanime. Le dichiarazioni che arrivano dalle fila dell'Ue e che parlano di una stanchezza dell'allagamento, creano l'eruoscetticismo sul territorio dei Balcani Occidentali. "Vogliamo entrare nell'Ue, faremo tutto il necessario e possibile, ma vogliamo chiaramente una mano tesa, un rapporto di partenariato tra l'Ue e la BiH" ha concluso il presidente Radmanović. L'alto rappresentante per la BiH, Valentin Inzko, da parte sua ha avvisato che e' chiaro che in BiH non sono pienamente formati ne' il governo ne' le assemblee parlamentari. Se i politici non riescono a formare il governo, allora non possono adempiere nemmeno le principali aspirazioni dei loro cittadini.
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