Come è noto a guidare il partito fino al congresso previsto entro l'autunno, ci sarà un triumvirato composto da Roberto Maroni, Roberto Calderoli e Manuela Dal Lago. Su Maroni, il sindaco di Verona, Flavio Tosi, ha detto: "Sono certo che sarebbe un buon segretario". L'ex ministro dell'Interno ha elogiato il passo indietro di Bossi come "un grande atto di dignità e coraggio". A Repubblica Maroni ha detto: "Ora bisogna fare pulizia senza guardare in faccia nessuno, chiarendo che se il Senatur "si ricandida avrà il suo voto'".
Dal canto suo, Roberto Calderoli che, secondo quanto emerso nell'inchiesta Belsito, avrebbe "ricevuto soldi dalla Lega", ha smentito nuovamente le accuse nei suoi confronti. "Sono andato a vedere le intercettazioni - ha detto al Corsera - niente in cui sia io a parlare. Gli unici soldi che possono essere riferiti a me sono quelli utilizzati per le attività del movimento o a titolo di rimborsi. Tutto alla luce del sole".
Il Senatur, secondo quanto emerge dalle indagini, ha "dato dei soldi in nero al partito", mentre suo figlio Renzo "portò via alcuni documenti da via Bellerio, probabilmente relativi ai lavori di ristrutturazione di un'abitazione". A detta degli inquirenti, inoltre, alcune somme del partito sono state elargite "a favore di: Bossi Umberto, Manuela Marrone (moglie), Bossi Riccardo, Bossi Renzo, Bossi Roberto, Mauro Rosy, Calderoli Roberto, Stiffoni, alla scuola Bosina, con sede a Varese, riconducibile a Manuela Marrone e al SinPa (Sindacato Padano) riconducibile a Mauro Rosy, e ad altri soggetti e strutture citate nelle telefonate e in corso di identificazione".
In alcune telefonate intercettate tra l'ex tesoriere del Carroccio, Francesco Belsito, indagato per truffa ai danni dello Stato, riciclaggio e appropriazione indebita, e Nadia Dagrada, segretaria amministrativa di via Bellerio, i due esprimono preoccupazione per la volontà dell'esponente leghista, Roberto Castelli, di controllare le spese, e la necessità di trovare nuove soluzioni per continuare con quelle modalità. In un'altra la segretaria parla di "Silvio e alti Pd intervenuti per affossare un fascicolo sul figlio di Bossi".
L'attenzione degli inquirenti è concentrata su una cartella, chiamata "The Family", rinvenuta nella cassaforte di Belsito insieme a documenti e fatture, "materiale utile", insieme a una parte della documentazione contabile sequestrata, per verificare il sospetto che alcune somme distratte da Belsito siano state destinate a pagare spese dei familiari del leader del Carroccio.
Ma non ci sono solo soldi e interessi politici, non solo i piani del "cerchio magico" leghista nelle intercettazioni dell'inchiesta che ha decapitato il Carroccio. In una conversazione tra Francesco Belsito, l'ex tesoriere del partito, e Nadia Dagrada, la segretaria amministrativa si parla, secondo quanto riporta il quotidiano Repubblica, della moglie di Bossi, Manuela Marrone, e della sua passione per la magia nera. I due parlano della villa dei Bossi a Gemonio. "Sei andato a vedere dove dorme lei?", chiede la Dagrada. "Se tu vai sopra alla mansarda - continua - c'è una brandina, ma non sto scherzando, ci sono le foto. C'è una brandina di quelle che sembrano per bambini, un comodino ed una lampada. Per terra, piena piena, che prende tutta la stanza, libri di magia nera. Cartomanzia. Astrologia. Tutti eh!... Ma ce ne saranno almeno un centinaio, tutti per terra, non su una scrivania. Niente, lei vive lì, quando è in casa è lì, con quei libri". La prima reazione di Belsito è goliardica. "Non ho via d'uscita, non so né cartomante né mago", dice ridendo. Poi sale il rancore, per i soldi usciti dalla cassa della Lega per la scuola della moglie di Bossi. "Sono un deficiente - dice in un'altra telefonata alla Dagrada - che mi sono preso a banconate la scuola, capisci tutti i soldi a quella grande p... della moglie, che stupido che sono".