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Boston. Due pazienti interrompono cura HIV grazie a trapianto

Creato il 13 luglio 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

BostonLa notizia è di quelle che lasciano attoniti e speranzosi. In questi giorni si sta scrivendo una nuova, rivoluzionaria, pagina della

Il virus dell'HIV Foto  Gross L, PLoS Biology , licenza CC BY

Il virus dell’HIV
Foto Gross L, PLoS Biology , licenza CC BY

medicina moderna: due pazienti, conosciuti come “i pazienti di Boston”, da lungo tempo malati di AIDS (Sindrome da immunodeficienza acquisita), sono riusciti a interrompere la cura HAART, ovvero la terapia a base di molteplici antiretrovirali combinati per arginare la grave infezione, senza avere ricadute per 15 e 7 settimane, rispettivamente.

Da anni ormai il mondo della ricerca microbiologica e medico-sanitaria cerca, in modo non del tutto efficace, di arginare quella che viene da molti definita la piaga del ventesimo secolo. Con i suoi 33 milioni di sieropositivi, gli oltre 2 milioni di infetti all’anno e altrettanti morti, il virus dell’HIV è sempre riuscito a eludere qualsiasi mezzo farmacologico e preventivo finora messo in atto.

Tutto ha avuto inizio 4 anni fa, quando il team di ricerca del Dana-Farber/Brigham and Women’s Cancer Center  capeggiato dal Dr. Timothy Henrich ha sottoposto due pazienti, malati di un particolare tumore del sangue(il Linfoma di Hodgkin) a trapianto di midollo osseo;  questa neoplasia, infatti, colpisce proprio il midollo, rendendolo una fornace di cellule “impazzite” che vengono poi immesse in circolo.

Sembra che il trapianto sia stato il cardine della remissione dell’HIV, e anche se serviranno tempi di follow up più lunghi e altre accurate indagini, pare che il virus sia stato totalmente eradicato dai pazienti.

Il dr. Heinrich, però, non esulta e invita alla cautela: “questa non è e non può essere una cura”, spiega, “perché il trapianto di midollo non è una pratica clinica che può essere largamente diffusa e utilizzata”; “inoltre”, aggiunge “momentaneamente, possiamo solo affermare che se per qualche altro anno dall’interruzione della terapia non ci saranno ricadute, allora sarà molto probabile che non vi siano ricadute future”.

Ovviamente, plausi e messaggi di speranza sono giunti a Boston dall’International AIDS Society e da UNAIDS, e la sensazione è che ci si stia davvero avvicinando ad una cura.

Nel frattempo  è sempre consigliato utilizzare le precauzioni a disposizione.

Articolo di Samin Sedghi Zadeh


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