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Boyhood [recensione]

Da Lord79
Boyhood [recensione]
C'è stato un momento nella vita di ognuno di noi, durante il quale siamo stati inguardabili, con il naso grosso, il fisico a stecchino o ciccioni come palloni, sempre arrabbiati con il mondo, silenziosi e alla ricerca di qualcuno che ci capisse veramente e quel periodo si chiama adolescenza e inutile negarlo: ci siamo passati tutti. La bella notizia e che dall'adolescenza si esce abbastanza velocemente, la brutta è che spesso quello che viene dopo è anche peggio dei brufoli in faccia il giorno del primo appuntamento.
Il nuovo film di Richard Linklater, parla proprio di questo: del trascorrere del tempo e poco importa se il film dura due ore e mezza e non succede praticamente nulla per tutto il tempo, perché questo "nulla" è lo specchio della nostra vita. Giorno dopo giorno, che si ripete per tutta la nostra esistenza.
L'argomento era stato già in parte affrontato in quei tre piccoli capolavori che sono Before Sunrise, Before Sunset e Before Midnight, che uno magari pensa che sono stati dei semplici film romantici, dove il primo ha ottenuto molto successo e di seguito hanno fatto gli altri come fossero uno Scuola di Polizia qualunque e invece il progetto è molto più ambizioso e vuole raccontare l'umanità senza filtri, come se i due protagonisti non fossero due attori, ma due persone comuni che a distanza di molti anni si ritrovano e raccontano nuovamente la loro storia e con essa lo scorrere del tempo. Boyhood riprende quest'idea, portandola al livello successivo e aggiudicandosi a mio parere il titolo di capolavoro, perché l'intero film è iniziato nel 2002 e si è concluso nel 2014 e in questo lasso di tempo il regista ha riunito di anno in anno l'intera troup e gli attori e tutti, per far sì che la macchina da presa cogliesse le trasformazioni fisiche dei protagonisti e raccontasse realmente la loro storia immersa in quel determinato tempo. Una sorta di cinema d'autore che incontra il reality show e che mostra ad esempio l'invecchiamento di Patricia Arquette, che ingrassa ogni anno di più fino a diventare larga come una caldaia (ma se seguivate il telefilm Medium, questo lo sapevate già) e poi c'è Ethan Hawke che pure lui si invecchia senza bisogno di usare trucco o artifici di vario genere, ma la trasformazione più interessante è ovviamente quella del bambino protagonista, che cresce fino a diventare diciannovenne. Poi vabbè, standing ovation per la sorella del bambino, ché in dodici anni di vita non ha azzeccato un taglio di capelli e credo che neanche li abbia mai lavati. Da antologia la scena in cui canta tutta una strofa di Oops!... I Did it Again, a dimostrazione del fatto che nel bene o nel male Britney Spears ha segnato un'intera generazione e c'è l'attesa per l'uscita del nuovo libro di Harry Potter e perfino la colonna sonora contribuisce a raccontare gli anni che scorrono, iniziando con la Yellow dei Coldplay e finendo con Deep Blue degli Arcade Fire e tutto è spontaneo e ogni dettaglio racconta il passare del tempo.
Boyhood è un film di innegabile originalità, che racconta una storia, ma soprattutto ci pone d'innanzi ad uno specchio per puntare su di noi l'obiettivo e farci riflettere sul nostro ruolo di figli, genitori, fratelli o sorelle.
Sento puzza di un meritatissimo Oscar e correte a vederlo subito, perché come spesso purtroppo accade, i film di questo tipo rimangono in sala il tempo di uno starnuto, per permettere ai blockbuster tipo Guardiani della Galassia, di riempire le casse.

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