Magazine Cultura
Succede spesso a noi umanidi guardarci le manidi abbassarle poi lungocerti fianchiquando abbiamo certi fianchia disposizionedella nostra stanchezzadella nostra disperazione.
Siamo esseri ormai stanchidel nostro stanco guardare.A mani che non sanno parlarecorrispondono mani chenon sanno toccare.
***
Allora, alcuni giorni fa, camminando in una vecchia strada boschiva, ho incontrato un formidabile abbraccio di querce (vedi foto). La sera stessa, rivedendolo, ho scritto i versi sopra riportati. Li ho lasciati lì sospesi, in bozza, alcuni giorni. Non sono riuscito a proseguirli. Forse perché le due strofe parlano al noi e, nei versi soprattutto, parlare al noi è sconveniente.Il punto è che non riesco precipitarci l'io là dentro; forse perché sarebbe senza paracadute?
***
Seduto mi guardo tra petto ed ascellaal caldo aspettando un refolo dalla finestrae scendo e controllo se nella celladell'ombelico ci possa stare un'esca.
Dalla vita dei pantaloni esce un'etichetta:è doppia, coi consigli su come lavare stirare;c'è la taglia e la marca e la cosiddettaprovenienza: made in Tagikistan, un affare.
Ho i pantaloni tagiki e volentieri pensoalla bella tagika che me li ha cuciticosa faccia ora che per lei è notte tarda.
E chissà se lei si chieda dove sia finitoil frutto del suo lavoro: cercare un sensodentro la globalizzazione bastarda.
***
Madre de dios che brutto sonetto. Lo presento lo stesso per premiare lo sforzo meditativo di un ferragosto sicuramente più faticoso di quello del ministro dell'interno, anche se io non ero in servizio di stato. Madonna Manganelli come è abbronzato, come si vede nella foto in cui egli è accanto al ministro Cancellieri. Ché sia stato in servizio a Lampedusa? A proposito di Lampedusa... recupero altra bozza, un dialogo con Dio.
***
- Buonasera Dio- Buonasera.- Come stai?- Come Baglioni a Lampedusa: palle all'aria.- Ma Dio, hai le palle?- Sotto sotto sei tu che lo credi, dato che ti rivolgi a me come fossi un essere di sesso maschile.- In un certo senso è connaturata in me l'idea che tu sia un Padre.- Prova a pensare il contrario, pensa se al posto delle palle avessi le tette.- Sarebbe bello. Ma, dopo, come ti dovrei chiamare Dia?- Macché Dia e Dia, mica ho intenzione di fare tante indagini sul narcotraffico.- E come allora? Signora Dea? Signora Lea? O Signora Lia?- Non inflazionare Baglioni. Signora, basta e avanza.
[Segue, forse.]
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