Braccialetti Rossi: la recensione

Creato il 27 gennaio 2014 da Giovanni Pirri @gioeco

Tante  frasi da ricordare nel  nuovo teen drama che ha un titolo così semplice da restare fin troppo impresso per la particolarità delle emozioni che riesce a circoscrivere. In onda da domenica 26 gennaio, per sei domeniche consecutive,   Braccialetti Rossi  ci regala una immersione a vista tra le righe di un romanzo che sconfina nella realtà del mondo fatta di piccole grandi certezze.

La più grande di tutti è il dolore. Accomuna gli essere umani spesso troppo impegnati a dimenticare di esserlo. Non meno importante è, tuttavia,  la certezza  che interpreta l’amore come il giusto rimedio alla sofferenza, a volte insostenibile.

Può sembrare retorica ma l’amore salva le persone e Braccialetti Rossi, domenica dopo domenica ce lo dimostra. Anche se è finzione romanzata ed  i sei ragazzi protagonisti delle storie prese in considerazione non hanno mai affrontato in prima persona certe esperienze, riescono ad affrontare con dosata leggerezza e misurato rispetto tematiche difficili da trattare.

Braccialetti Rossi racconta, quindi, storie di amicizia in uno strano posto chiamato Ospedale nel quale, nonostante tutto, si può volare se c’è la voglia di non sentirsi soli, di aprire gli occhi agli altri, di esorcizzare le paure con una parola inventata ma stranamente magica. “Watanca”. Una formula che prende forma per, poi, trasformarsi in un braccialetto che una volta indossato, è il pensiero positivo, vicendevole, a cui potersi aggrappare. Naturalmente per riuscire ad allontanare la paura che  può segnare se non sai affrontarla a dovere. Ti fa credere debole, incapace di reagire, ne puoi anche morire.

Ad indossare il braccialetto sono Carmine Buschini, Leo il LEADER,  Brando Pacitto, Vale il Vice-Leader, 
Aurora Ruffino,Cris la Ragazza, Pio Luigi Piscicelli, Toni il furbo, Mirko Trovato, il bello, 
Lorenzo Guidi, L’imprescindibile,  mentre gli adulti protagonisti sono  Laura Chiatti, Michela Cescon, Carlotta Natoli, Giampaolo Morelli, Giorgio Colangeli, Ignazio Oliva, Simonetta Solder, Federica De Cola, Andrea Tidona, Vittorio Viviani, Lele Vannoli, Carmelo Galati, Niccolò Senni, Francesca Valtorta (gli adulti)

La Fiction di Rai Uno co-prodotta da Palomar e Raifiction e firmata dal duo Campiotti-Petraglia, ispirata al primo e omonimo romanzo del catalano Albert Espinosa,  si preoccupa di narrare anche il  tempo dell’attesa nella quale si cimentano le famiglie dei malati.  La figura della famiglie non ne esce sempre bene e Braccialetti Rossi si rivela così specchio dei tempi che racconta.  Troviamo  famiglie, in alcuni casi disgregate, sfinite dal terrore di soffrire e pronte a fuggire con la scusa del lavoro. Ed ancora:  nuclei familiari rimasti imbrigliati nei sensi di colpa che non lasciano più dormire la notte, azzerando di fatto “normali” – o credute tali – esistenze, rapporti interpersonali.

Come in ogni buon romanzo che si rispetti cè sempre una  frase che descrive al meglio la filosofia di questa storia “nuova” . La recita  Lele Vannoli, l’infermiere:

Tenetevi forte si vola!

Leggi anche l’intervista a Niccolò Agliardi

Niccolò Agliardi è autore della colonna Sonora

di Giovanni Pirri



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