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Bracconaggio ed Ue, corni di rinoceronte valgono più di oro e cocaina

Creato il 18 ottobre 2013 da Kia

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Bracconaggio ed Ue, corni di rinoceronte valgono più di oro e cocaina
L’international Fund for Animal Welfare, l’IFAW, lancia un allarme forte e chiaro a Bruxelles: il bracconaggio non ha mai toccato livelli così alti prima e ciò è spiegabile solo dall’ingresso del crimine organizzato nell’affare.

Come spiega Satyen Sinha, responsabile di IFAW, «I criminali sono attratti dal traffico di fauna selvatica per il basso rischio, gli alti profitti e le basse sanzioni…prodotti come i corni di rinoceronte possono valere più di oro e cocaina e i profitti arrivare ad oltre il mille per cento rispetto agli investimenti…».

In Africa sta verificandosi un’impennata estremamente tragica, una mattanza sconsiderata che ha come vittime senza scampo grandi mammiferi quali elefanti e rinoceronti (ma non solo).

Queste tragiche attività stanno minando la salvezza di specie a rischio come non mai e nel contempo riescono a foraggiare con grande abilità combattenti, terroristi ed organizzazioni criminali che ne traggono guadagni facili per poi utilizzarli in altri tipi di azioni illecite e violente come traffico di esseri umani, droga o armi.

Secondo gli ultimi dati diffusi da IFAW ed Europol i rinoceronti che hanno perso la vita sono passati dai tredici del 2007 ai quasi settecento del 2013, un rialzo a dir poco inquietante avvenuto in soli cinque anni.

Così mentre il mondo e la società pare diventare più consapevole alla sostenibilità ambientale ed al rispetto animale, assistiamo a massacri da parte di uomini senza scrupoli, bracconieri, come é accaduto poco tempo fa nello Zimbawe, avvelenano l’acqua dalla quale si abbeverano gli animali sterminando in un lampo quasi un centinaio di esemplari di elefante.

Solo nell’ultimo decennio, in Gabon, undicimila elefanti sono stati macellati per il loro avorio.

Non possiamo non vedere le cose come stanno: il bracconaggio muove somme che gravitano tra i 18 e i 26 miliardi di euro l’anno e quest’attività rimane ancora oggi la quarta attività illegale su scala economica mondiale per importanza.

La Cina é il primo fruitore di tale mercato ma un terzo dei sequestri di avorio avviene nella “nostra” Unione europea.

Come spiegare tutto questo in un territorio con forti regole atte ad evitare tali commerci e soprattutto come combatterlo? rendersi consapevoli che massacri perpetuati di generazione in generazione, questi come molti altri, vengono attuati in luoghi dove povertà e paura creano un substrato molto forte ma questi uomini, i bracconieri, agiscono pur sempre spinti però da un meccanismo ben preciso,  rispettando una regola alla base dell’economia, il meccanismo che in un mondo o nell’altro muove il mondo: senza domanda non esiste offerta.

Non resta che chiederci quindi se spesso non siamo noi stessi con i nostri consumi e le nostre scelte ad influenzare, almeno in ciò che ci è permesso, il “meccanismo” di azioni che avvengono dall’altro capo del mondo ed in caso la risposta si avvicinasse ad un sì, allora porvi rimedio con un consumo critico, consapevole e responsabile.

Carmela Giambrone / Kia per greenreport.it

Fonti

http://www.ifaw.org/european-union/our-work/fighting-wildlife-trade

http://www.ifaw.org/european-union/our-work/protecting-elephants

http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/natura/2013/10/06/Sos-rinoceronti-elefanti-appello-Ue-contro-bracconaggio_9419399.html


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