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Bracconieri dello Stretto: si riduce la caccia illegale

Creato il 25 aprile 2014 da Makinsud

La lotta alla caccia illegale effettuata da parte dei cosiddetti “ Bracconieri dello Stretto ” sta facendo registrare ottimi risultati da evidenziare con soddisfazione anche in considerazione del fatto che, proprio nel periodo compreso tra i mesi di Aprile e Maggio, tende a intensificarsi la caccia agli esemplari di specie migratorie che giungono nella zona dello Stretto di Messina attraversando Sicilia e Calabria prima di tornare a nidificare nell’Europa Continentale. In particolare, le prede predilette dai “Bracconieri dello Stretto” sono le cicogne e i falchi migratori che vengono uccisi, soprattutto, nel pressi del Monte Ciccia dove sono stati rinvenuti dei veri e propri centri di avvistamento, detti di “bird watching”. Tutto questo, però, viene contrastato efficacemente dallo staff dell’ambientalista Anna Giordano che, con l’ausilio dei preziosi volontari, compie un’importante lavoro di difesa degli esemplari migratori.

Bracconieri dello Stretto

Proprio a riconoscimento del loro lavoro, l’ambientalista e la sua squadra sono stati premiati con il “Nobel dell’Ambiente”, ossia il Goldman Environmental Prize. Un premio importante che va a sottolineare il grande impegno delle guardie ambientaliste che non si sono mai lasciate intimidire e hanno proseguito con coraggio la loro battaglia che, ad oggi, porta importanti risultati espressi dalla stessa Anna Giordano: “se nel 1984 verso i 3.198 rapaci avvistati furono sparati 1.187 colpi, nel 2012 i soggetti avvistati sono stati 40.620 e gli spari zero”.

L’azione di contrasto ai Bracconieri dello Stretto risulta essere maggiormente efficace in Sicilia piuttosto che in Calabria anche a causa della morfologia del territorio che induce gli uccelli migratori ad una maggiore dispersione tra le coste e l’entroterra e, di conseguenza, ciò permette ai Bracconieri dello Stretto di godere di un maggiore margine di libertà rispetto alle azioni di contrasto operate dalle squadre di volontari e dalle forze dell’ordine. In Calabria, dunque, risulta ancora più essenziale l’azione di stretta collaborazione tra i volontari e le forze dell’ordine al fine di “unire le forze” per contrastare tale fenomeno criminale.

Soltanto in questo modo, con una seria azione sinergica a tutela degli esemplari, di prevenzione all’uccellagione e di contrasto alle azioni criminose da parte dei Bracconieri dello Stretto, sarà possibile creare anche nello Stretto di Messina quel centro internazionale di ecoturismo per l’osservazione dei fenomeni migratori degli uccelli simile a quelli già esistenti nello stretto di Gibilterra e del Bosforo.


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