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“Braciolettini” gli spiedini di carne del mio papà

Da Anginapectoris @anginapectoris
“Braciolettini” gli spiedini di carne del mio papà

Spiedini di Nonna Teresa

Lavoro di pazienza, ma tanta pazienza, che toccava quasi sempre alla buonanima del mio papà.

Il mio babbo ci passava le ore, generalmente al sabato sera,  innanzi alla tv,  munito di spiedi d’acciaio della lunghezza di una forchetta e di coltello, con cui minuziosamente preparava un delizioso battuto a base di tanto prezzemolo fresco, aglio e sugna,  questo miscuglio veniva poi spalmato certosinamente all’interno di minuscoli pezzetti di carne, fatti affettare dal macellaio di fiducia molto sottilmente e, normalmente questo era il piatto della domenica e l’unico modo per farci mangiare un po di ciccia.

Procuratevi delle fettine da fare arrosto la mia mamma   utilizza normalmente la natica, o la pezza a cannella.

Pulitele dal grasso e dai nervetti, dopodiché nel senso della lunghezza
ne ricaverete tante striscioline, spesse  più o meno un dito.

Preparate un battuto, con molto prezzemolo, aglio a piacere, sale e sugna
(il comune strutto, il termine indica le parti grasse dalle quali, per fusione
e filtraggio si ricava questo condimento).

La consistenza del battuto deve essere abbastanza cremosa, sta a voi decidere

se utilizzare un robot da cucina o prepararlo utilizzan

do il comune coltello da cucina o la  “mezzaluna”.

Questa crema verrà poi spalmata sulle striscioline di carne, che verranno

poi arrotolate su se’ stesse ed infilate una per una su di uno spiedo, pronte per essere arrostite.

Al calore della piastra, il battuto si sciogliera’ creando un delizioso intingolo in cui,

“Braciolettini” gli spiedini di carne del mio papà

Peppe Pontecorvo, macellaio

risulterà  inevitabile non inzupparci dell’ottimo pane fresco.

Il nostro segreto familiare, è stato rivelato al buon Peppe, il nostro simpaticissimo macellaio, tifosissimo del Napoli, che ha prima sperimentato la ricetta personalmente  ed ha poi riproposto questi spiedini nella sua bottega, ribattezzandoli: “Gli spiedini di nonna Teresa”

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