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Brandon Sanderson: A Memory of Light è terminato

Creato il 26 agosto 2012 da Martinaframmartino

Brandon Sanderson: A Memory of Light è terminatoAlla fine di luglio Brandon Sanderson ha ultimato il suo lavoro su A Memory of Light. Ne ho parlato in un articolo uscito su FantasyMagazine. In questo articolo, visto che gran parte di queste righe deriva da lì. Qui però ho deciso di aggiungere qualche commento non proprio professionale che lì non potevo fare.

Con la pubblicazione del romanzo annunciata per il prossimo 8 gennaio sapevamo che il lavoro di revisione si stava avvicinando alla conclusione, e qualche tempo fa è arrivato l’annuncio ufficiale. Dopo quasi cinque anni di lavoro nel mondo creato da Robert Jordan la sua attività di scrittore per La Ruota del Tempo è terminata.

Può darsi che debba ancora rivedere qualche dettaglio su richiesta del Team Jordan (composto dalla vedova dello scrittore Harriet McDougal e dai suoi collaboratori di lunga data Maria Simmons e Alan Romanczuk), cui spetta l’ultima parola sul testo, ma le fasi di scrittura e revisione sono finite.

Una precisazione su Harriet. Il suo nome da ragazza è Popham, e nei primi articoli mi sono riferita a lei come Harriet Popham Rigney, visto che era il nome legato a lei al momento dei funerali del marito. Che non si chiamava, come molti pensano, Robert Jordan, ma James Oliver Rigney. Quello di Robert Jordan era solo uno pseudonimo, uno degli almeno quattro pseudonimi da lui usati quando scriveva. Quello legato al genere fantasy, e quello che lo ha reso famoso. Quindi parlavo, come parlavano le mie fonti, di Harriet Popham Rigney, usando il suo cognome da ragazza e quello del marito scomparso. Ma quello con Jim Rigney era solo il secondo matrimonio di Harriet. Il primo, finito con un divorzio non prima della nascita di un figlio, era stato con un tal signor McDougal, di cui non ricordo il nome (o forse non l’ho mai saputo). Ma quando i due hanno divorziato in ambito lavorativo lei era già nota come Harriet McDougal, ed è rimasta famosa così.

Altro dettaglio: Sanderson ha finito scrivere della Ruota del Tempo. Affermazione secca, senza possibilità di dubbio. Noi sappiamo che Jordan ha lasciato materiale anche per tre racconti sequel e forse pure qualcos’altro. Non sappiamo se saranno mai pubblicati, anche se ne dubito, ma certo non saranno scritti da Sanderson. Lui ha finito di scrivere di quel mondo.

Che la saga dovesse terminare era una precisa volontà di Jordan. Ha scritto, lasciato appunti e tracce, dettato quando non riusciva a scrivere. Voleva donare la conclusione ai fan, e quella conclusione noi avremo. Non è ben chiaro se avrebbe voluto che qualcun altro scrivesse anche i racconti, interessanti finché si vuole ma non indispensabili per dare un senso al tutto. Sanderson non li scriverà. Avevo già avuto quest’impressione in passato, ora è una certezza. Probabilmente anche Harriet la pensa allo stesso modo, e di quelle storie non sapremo mai nient’altro. Dubito che interverrà mai un altro autore a rischiare di rovinare la nostra percezione di quella storia e della sua epicità.

Sanderson continuerà a rimanere legato al fandom di Jordan, a partecipare alla DragonCon, alla JordanCon e al tour promozionale di A Memory of Light, ma la sensazione di aver concluso una parte importante della sua carriera è molto forte.

Fin dalla telefonata di Harriet del novembre 2007 lui ha sempre avuto un libro della Ruota del Tempo su cui lavorare. In questi anni si è preso delle pause per portare avanti i suoi propri lavori come scrivere The Alloy of Law, romanzo autoconclusivo ambientato nel mondo deiMistborn, ma era sempre consapevole che quelle erano, appunto, pause, e che La Ruota del Tempo lo stava aspettando.

A proposito, Fanucci, vero che traduci anche The Alloy of Law?

Brandon Sanderson: A Memory of Light è terminato
Alla fine del 2007 era uno scrittore giovane, quasi un esordiente, con due soli romanzi già pubblicati e il terzo in corso di pubblicazione, anche se altri erano già stati ultimati e di due, La via dei re e The Rithmatist, aveva realizzato una prima stesura. Per Brandon insomma era tutto nuovo ma, anche se può sembrare strano, tutto continua a essere nuovo e allo stesso tempo è segnato dallo scorrere del tempo. Il lavoro per terminare la saga è stato un’esperienza magnifica ma anche estenuante, che ha accresciuto di molto il già enorme rispetto che aveva sempre nutrito per Jordan.

Per gran parte della sua carriera Robert è stato capace di pubblicare un romanzo all’anno o, nella peggiore delle ipotesi, ogni due anni, e questo comportava un’enorme mole di lavoro. Realizzarne tre in cinque anni ha sfinito Sanderson che, qualsiasi altra cosa stesse facendo, era sempre consapevole di dover lavorare alla Ruota del Tempo. Avendo dato la sua parola ad Harriet e ai fan sentiva il dovere di ultimare il lavoro il più in fretta possibile, e la decisione di suddividere tutto il materiale lasciato da Jordan in tre volumi diversi posticipando così la conclusione della saga pesava sulle sue spalle come un macigno.

Ora, dopo queste ultime 360.000 parole (Le torri di mezzanotte era lungo “solo” 335.000 parole) è arrivato alla fine del viaggio e ha potuto posare il suo fardello. Ama la saga e potervi lavorare sopra è stato straordinario, ma la sua parte come scrittore è definitivamente terminata. Qualunque cosa accadrà in futuro, ha scritto, non tornerà più a prendere in mano il comando delle operazioni. Piuttosto è tempo che la sua attenzione si rivolga ad altri progetti come il secondo volume delle Cronache della folgoluce, temporaneamente accantonato proprio per potersi concentrare su A Memory of Light.

In conclusione del suo sentito messaggio Brandon ha ringraziato i fan della Ruota del Tempo per averlo accettato nel mondo di Jordan e per aver perdonato i molti (a suo dire) errori commessi, e i suoi propri fan per aver accettato che lui accantonasse gli altri progetti — Mistborn,Cronache della folgoluce e altri ancora — per potersi occupare della saga di Jordan. Quest’ultimo lavoro ha rallentato tutti gli altri, ma per lui era molto importante.

Fin dall’inizio del lavoro alla Ruota del Tempo Sanderson si era scusato con i suoi fan perché avrebbe sottratto tempo agli altri progetti per portare avanti la storia di Jordan. Quando avevo letto questa frase mi ero detta più o meno £e chi se ne frega, La Ruota del Tempo è più importante”. Vero, almeno per ora e quasi certamente per sempre, La Ruota del Tempo è più importante, ma questo non significa che non siano importanti gli altri progetti. La via dei re è straordinario e non vedo l’ora di leggere il seguito, attualmente in corso di scrittura. E gli altri sono comunque molto belli. Sanderson è un signor scrittore, indipendentemente da quel che ha fatto per Jordan e con Jordan e accantonare i suoi progetti è stato un peccato, anche se necessario.

Robert Jordan era un grande uomo, ha proseguito, ed è stato colui che lo ha maggiormente influenzato nella sua carriera di scrittore. Ciò che ha fatto in questi cinque anni è stato un tentativo — a volte imperfetto ma sempre sincero — di mostrare il suo apprezzamento. L’intero genere fantasy ha un enorme debito nei confronti di Jordan e il suo, con Robert ma anche con Harriet, è il più grande di tutti.

E se Jordan può riposare nella Luce, ai fan non rimane che prendere un grosso respiro e prepararsi per la conclusione. Brandon ha scritto il romanzo in modo da farlo giungere alla conclusione realizzata dallo stesso Jordan. Nelle fasi finali c’è ben poco di scritto da Sanderson, e quasi tutto quel che leggeremo noi è uscito così direttamente dalla penna di Robert. Cinque anni fa un giovane scrittore ha letto con enorme soddisfazione la conclusione a una storia che aveva iniziato a leggere tanti anni prima. Ora si augura che quella stessa soddisfazione la proveranno i lettori che fra qualche mese leggeranno quelle stesse pagine.

Intanto, alla Comic Con di San Diego, Sanderson ha letto un breve brano tratto dal primo capitolo di A Memory of Light:

La Ruota del Tempo gira e le Epoche si susseguono, lasciando ricordi che divengono leggenda. La leggenda sbiadisce nel mito, ma anche il mito è ormai dimenticato quando ritorna l’Epoca che lo vide nascere. In un’Epoca chiamata da alcuni Epoca Terza, un’Epoca ancora a venire, un’Epoca da gran tempo trascorsa, il vento si levò dalle Montagne di Nebbia. Il vento non era l’inizio. Non c’è inizio né fine al girare della Ruota del Tempo. Ma fu comunque un inizio.

Il vento soffiò verso est, scendendo dalle alte montagne e scorrendo sopra desolate colline. Passò nel luogo noto come Westwood, un’area che una volta era stata prosperosa di pini e animali. Qui il vento trovò poco più che un aggrovigliato sottobosco, compatto con l’eccezione di un’occasionale quercia torreggiante. Queste apparivano colpite dalla malattia, la corteccia che si sfaldava, i rami che si afflosciavano. Dappertutto gli aghi erano caduti dai pini, ricoprendo il terreno con una coperta marrone. Nessuno degli scheletrici rami del Westwood aveva germogli.”

Mamma quanti dubbi per tradurre solo una manciata di parole, visto che le prime righe sono le stesse in tutti i libri. Ma ho voluto farlo per dare qualcosa in più dell’opera per coloro che non conoscono l’inglese e che quindi non andranno a cercare tutto l’estratto al link che si trova qua sotto. E quest’inizio fa un certo effetto.

Per chi ricorda la fitta foresta attraversata da Rand all’inizio dell’Occhio del Mondo quest’immagine da sola vale a ricordare come Tarmon gai’don sia imminente. Il vento prosegue il suo percorso verso Taren Ferry, città scomparsa da tempo, e poi ancora attraversa Baerlon, Whitebridge, Caemlyn — e Presagi di Tempesta ha lasciato la città in un momento di svolta fondamentale della sua storia — fino a un campo dove tutti si preparano per l’Ultima Battaglia. E lì finalmente, dopo aver ripercorso le tappe del primo viaggio di Rand e dei suoi amici solo per vedere gli sconvolgimenti subiti dal mondo a causa del tocco del Tenebroso, ci fermiamo brevemente dentro a una tenda. È un quadro familiare, Rand e Perrin che ridono come quei vecchi amici che sono, dopo che Rand per troppi libri aveva dimenticato come si facesse a ridere. L’Ultima Battaglia incombe, e questo potrebbe essere l’ultimo momento di quiete prima della tempesta.

Il breve estratto è disponibile in lingua originale sul sito di Tor Books: http://www.tor.com/stories/2012/07/read-an-excerpt-from-chapter-one-of-a-memory-of-light. In attesa degli avvenimenti finali non rimane che ripetere l’augurio degli Aiel: che possiate trovare sempre acqua e ombra.



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