Di Andrea Garufi. Il Pallone D’oro del Mondiale dato a Lionel Messi ha fatto sicuramente discutere: se da una parte è vero che il fuoriclasse argentino è stato determinante nella fase a gironi, è apparso poco incisivo e sottotono nei match da dentro fuori che veramente hanno contato in Brasile, compresa la finalissima. Ma quali sono stati veramente i “crack” di questo campionato mondiale, terminato con il trionfo della corazzata tedesca? E quali invece i tanto attesi che hanno totalmente deluso le aspettative? Reparto per reparto una disanima dei giocatori che si sono maggiormente distinti in sudamerica, nel bene e nel male.
PORTIERI – E’ un dato di fatto: mai come in questo mondiale i portieri hanno offerto prestazioni di elevata qualità. Partite equilibrate decise da estremi difensori praticamente insuperabili o parate spettacolari. Se il premio di miglior portiere è andato, giustamente, al titanico Neuer (grandissima continuità e prestanza fisica invidiabile) la rassegna brasiliana ha consegnato alla storia la favola di Ochoa, da disoccupato a trascinatore del Messico e acrobata capace di salvataggi funambolici, e di Krul, in grado in un solo minuto di regalare la semifinale all’Olanda vestendo i panni del pararigori. Molto bene anche Howard, Navas (un vero paratutto) e la personalità di Romero, e il tanto atteso Courtois non ha di certo sfigurato. Se proprio si deve fare un nome per i “flop” in porta, sicuramente Akinfeev ha messo nei guai la nazionale russa di Fabio Capello. Difficile la valutazione di Buffon, non estente da colpe sui gol che hanno mandato a casa l’Italia.
DIFENSORI – Le difese ben disposte in campo sono stati uno dei segreti della squadre che bene hanno fatto in Brasile. Un ritrovato Demichelis si è reso protagonista di grandi prestazioni, l’olandese Vraal e tutta la linea difensiva tedesca promossi a pieni voti. Da apprezzare anche l’impenetrabile difesa del Costa Rica, in cui spicca Gonzalez. L’incredibile debacle del Brasile ha invece consegnato David Luiz e Dante nel novero dei peggiori centrali del mondiale, totalmente avulsi dal gioco e capaci di lasciare praterie per gli avversari. In precedenza, il compagno di reparto Thiago Silva si era dimostrato sicuramente uno dei migliori difensori della competizione. Per gli azzurri, un Chiellini discontinuo e un Barzagli puntuale chiudono l’analisi sul reparto arretrato.
CENTROCAMPISTI - L’organizzatissimo centrocampo tedesco spicca sicuramente per qualità e quantità: Schweinsteiger e Kroos di diritto tra i migliori della linea mediana insieme all’argentino Mascherano, che ha disputato un grandissimo mondiale coniugando doti di leadership ad una grande solidità difensiva. Bene anche Witsel e Cabaye, rispettivamente campioncini in erba di Belgio e Francia. Su Andrea Pirlo si è detto molto, e se sono apparsi evidenti alcuni limiti fisici del fuoriclasse bresciano è vero anche che i suoi lanci sono stati gli unici raggi di luce della nazionale azzurra, insieme ad alcune giocate di Marco Verratti. Chi invece non si è certo distinto in mezzo al campo è Luis Gustavo, insieme al suo compagno verdeoro Paulinho protagonista di un pessimo mondiale. Snejider trascinatore fino alla semifinale, dove ha sofferto la pressione sbagliando anche il rigore decisivo. Per l’ex inter un mondiale comunque molto positivo.
ATTACCANTI – Brasile 2014 è stato un mondiale molto fortunato per gli attaccanti. Se è impossibile lasciare fuori dal novero dei migliori campioni come Muller, Robben e James Rodriguez (probabilmente il “trittico” d’attacco più forte della competizione) Cose egregie hanno fatto anche Benzema, la coppia Hazard/Mertens, il giovane Joel Campbell (incredibile leader del Costa Rica a soli 22 anni) e l’eterno Miroslav Klose, riuscito nell’impresa di togliere il record di gol al mondiale a sua maestà Ronaldo (e di disputare un mondiale da assoluto protagonista a 36 anni). Da citare ovviamente anche il match-winner Mario Goetze, bravo dopo un mondiale non eccezionale a piazzare il colpo che regala la quarta coppa ai tedeschi, e Van Persie, partito col botto e con uno dei gol più belli di questi mondiali ma poi ridimensionatosi anche dopo alcune critiche sulla sua generosità in difesa. Bene invece non si può dire di Fred, pallino di Felipe Scolari ma probabilmente uno dei peggiori centravanti della Seleçao, diventato poi (forse in maniera ingiusta) capro espiatorio del disastro brasiliano, e del fin troppo discusso centravanti della nostra nazionale, Mario Balotelli. I due giocatori più forti del pianeta, Leo Messi e Cristiano Ronaldo, sono arrivati a questo mondiale in non eccelsa forma fisica. Ma se il primo – almeno nella parte iniziale della rassegna – ha più volte acceso la luce, il secondo si è dovuto arrendere ad un mondiale da comparsa insieme ad un Portogallo privo di talento e mordente.
Andrea Garufi