Diciamo NO a chi balla fuori tempo ai concerti, muoversi non rispettando il ritmo può essere deleterio e causare scontri involontari con chi invece segue la canzone con gli stessi battiti, questo indipendentemente dalla propria coreografia. Non devi essere Nureyev per non schiacciare i piedi o spalmare il sudore addosso a chi ti sta vicino. Diciamo NO a chi acquista i biglietti ma va solo per accompagnare l’amata/o con il solo scopo di limonare il più possibile, prima dell’inizio, durante il gruppo di supporto e dopo l’inizio vero e proprio. Già il fatto che un gruppo come gli Stadio abbiano dedicato una canzone al fare l’amore durante un concerto rock è significativo circa l’inopportunità di tale pratica. Diciamo NO anche ai gruppi di supporto, che a parte i Bloc Party prima degli Interpol non ricordo di aver mai ascoltato con pazienza la band apripista della serata per la quale ho pagato fior fior di quattrini. Soprattutto in ambito locale: se già trovare un concerto di un artista italiano valido è una rarità, figuriamoci se chi apre la serata è all’altezza. Per esempio, ieri sera al concerto di Caparezza a Sesto S. Giovanni, che già pur con il bene che gli voglio si è trattato di un momento artistico di qualità ma comunque sempre molto calato nel nostro metro quadro di italianità, non vi dico l’inutilità dei Rezophonic dei quali pur apprezzando il valore dell’iniziativa, musicalmente sono abbastanza una merda che ti sembrano i gruppetti di cover nei quali hai smesso di suonare a vent’anni. Diciamo NO a quelli che non conoscono i pezzi e che tutto sommato non gliene fotte niente nel concerto, ci vanno perché ci devono andare e assistere a Sting o a Biagio Antonacci è la stessa cosa. Ne parla il web e allora devono presenziare. Poi si mettono fermi come statue e passano il tempo a chiedersi che cosa ci fanno lì e a rispondersi che comunque devono divertirsi. Diciamo NO a quelli che conoscono i pezzi e li cantano ma sbagliano le strofe e le parole, un classico che a trovarseli di fianco ti viene da farti rimborsare il biglietto. Diciamo NO anche a chi ti fuma vicino anche se il concerto è all’aperto, e soprattutto a chi ti fuma vicino e non offre. Diciamo NO ai forzati del pogo, così chiudiamo il cerchio con quelli che ballano male e fuori tempo. Quelli che pogano a ogni bpm, sia che il gruppo sul palco stia suonando un pezzo a media velocità che un brano velocissimo. Il pogo per loro è una forma mentis, esprimere il corpo con il movimento è solo spintonare i presenti nel proprio raggio di azione, complice il tasso alcolico. E diciamo NO ai concerti dopo i 40 anni, va. Che a vedere tutti ‘sti nemmeno ventenni che si divertono senza tanti problemi uno si rovina anche la serata.
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