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Ero ancora lì che mi dovevo riprendere dalle due stagioni passate, che sono passato alla terza. In realtà ho finito la quarta già da un pezzo, e per completare l'opera dovrei vedermi la quinta per finire ma... voglio andarci cauto. Sto facendo di tutto per evitare ogni possibile spoiler, perché quello con Breaking bad è un appuntamento strano. E' come la patente. Puoi superare la teoria, ma poi c'è la pratica, e quindi devi farti molte guide di prova per essere sicuro di poter passare. Il mio allenamento però è quello di aspettare, e provare a riepilogare le serie passate - non solo attraverso le recensioni - per poter somatizzare tutto quello che un simile show ha comportato per la mia debole mente. Perché le voci che sentivo erano vere, questa serie non è per tutti e soprattutto richiede molto soprattutto dal punto di vista psicologico ed emotivo. Ed è per questo che mi fa strano che abbia così successo, perché non è per nulla un prodotto pensato per il grande pubblico. Ha una tale sottigliezza, una raffinatezza di scrittura messa in scena, una psicologie dei personaggi così ben studiata, che davvero... com'è possibile che una cosa così complessa e difficile da sopportare piaccia a così tanta gente?Tutta Albuquerque è sotto shock per l'incidente aereo con cui si è conclusa la seconda stagione, ed anche la vita di Walt è a uno strano punto. Lasciato dalla moglie, non sa che fare della propria vota, mentre Jesse, sotto shock per la morte dell'amata, si è chiuso in un centro di disintossicazione. Ma le cose non possono proseguire tranquille, specie perché due strani uomini sono sulle tracce dell'ormai celeberrimo Eisenberg, e quando Walt...Mi riesce molto difficile, col tempo, scrivere di questa serie, perché basterebbe dire che 'è bella' ed andrebbe tutto bene. Perché sì, ci sono gli episodi che prendono meno di altri, ci sono quelli che lasciano di più, m non si può non ammettere che in ogni fotogramma c'è oro che cola. Ed anche il riferimento alla qualità che ho tanto enfatizzato nel primo paragrafo introduttivo risulta essere davvero d'obbligo, perché a conti fatti questa, finora, è la stagione meno bella di tutte. Che nell'ottica di Breaking bad significa che rimane comunque meglio di quasi tutte le serie presenti al momento sul mercato. Non scherzo. E non parlo da fanboy, o almeno, spero di non farlo. La sterza stagione, come le altre, prende un momento specifico della vita dei suoi protagonisti. Non è una semplice prosecuzione, ogni stagione sviscera un tema principale che tutti, prima o poi, abbiamo passato. La prima era introduttiva, ci veniva presentato un personaggio; la seconda invece vedeva quei personaggi prendere coscienza di quello che si era diventati, mentre adesso... beh, si sono scottati col fuoco. Hanno messo la mano sul falò e si sono fatti la bua, ma reagiscono in una maniera particolare all'ustione. Se quando ci si brucia non si può fare a meno di mettere la mano nell'acqua, perché all'aria aperta comincia a bruciare, loro fanno il ragionamento inverso. Dato che si sono bruciati, non possono fare a meno di mettere nuovamente la mano sul fuoco, perché ormai è quella la loro natura. Perché una volta che vedi certe cose, è impossibile tirarsi indietro e cominciare una vita qualsiasi. Un po' come i militari una volta che ritornano dalla guerra, che non possono più abituarsi alla pace. E quindi continuano a fare quello in cui si sono avventurati, perché il mondo non ha più niente da offrire loro, perché a Walt resta poco da vivere e sarebbe ridicolo fermarsi ad aspettare la morte senza fare nulla. Una serie egregia, pur non essendo la migliore, anzi, quella più noiosa, che potrà spingere a far passare più tempo del previsto da un episodio e l'altro. Insomma, il tempo tipico che si impiega con una serie normale, e che nulla ha a che vedere con la compulsività che può catturare con le due precedenti. C'è anche un episodio particolare, quello intitolato Caccia grossa (Fly in originale) che si permette un modesto sperimentalismo, poiché vede per tutta la sua durata Walt e Jesse dare la caccia a una mosca nel loro laboratorio nuovo. Un episodio in cui, per davvero, non succede nulla, ma dove attraverso i dialoghi si ha modo di approfondire ancora di più la già confermata sfaccettatura dei personaggi, in una maniera raffinatissima e scritta in maniera intelligentissima. Resta un vago senso di inutilità, ma 'sticazzi. Ma effetto totalmente contrario lo fa il finale, davvero eccelso e inimmaginabile, che fa concludere questa third season con un botto - in tutti i sensi - e dandoci ancora più voglia di vedere come proseguiranno questa strambe avventure illegali. Perché, come diceva Nietzsche, una volta che guardi nell'abisso, l'abisso guarda dentro di te. Noi abbiamo guardato Breaking bad, e Breaking bad ha guardati dentro di noi. E lo fa con una cattiveria tale, che viene spesso da chiedersi come mai ci si ostina a proseguire in una visione così appagate ma, per certi versi, anche dolorosa. Forse perché lle volte è proprio il dolore che si cerca, per poter sfuggire all'apatia quotidiana, così come Walther White ha cercato lo straordinario per impedire alla sua vita di concludersi in una muto anonimato. Al contrario di questa stagione che, come rito, ha una scena finale che a confronto Game of Thrones sembra un programma per vecchiette.I piani sono stati fatti, i nodi vengono al pettine e ogni conflitto sembra ampliarsi. Nulla potrà prepararvi al delirio che seguirà, così come spero nulla potrà prepararmi al finale.Voto: ★★★★
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