Vorrei tante cose, al momento. Vorrei essere alto cinque centimetri in più per poter raggiungere un metro e novanta di altezza. Vorrei una barba molto più folta, perché pur essendo più dotato di peluria facciale di molti miei coetanei non cresce bene come vorrei. Vorrei che seguire una dieta non sia così fondamentale per la palestra, perché al mio krapfen alla crema giornaliero proprio non so resistere e gli addominali tendono a non definirsi. Vorrei anche avere molto più tempo a disposizione per leggere, scrivere e vedere tutto quello che devo, ma vorrei anche non dover ammettere che perlopiù sono io che uso male il mio tempo. Ma soprattutto vorrei avere una macchina del tempo per viaggiare in peridi non sospetti, uccidere Vince Gilligan e prendermi tutto l'onore e l'onere intellettuale do questo Breaking bad. E forse magari non ne farò nulla, mi basterebbe solo il sapere di aver saputo creare qualcosa di così bello e ben strutturato che, anche se lasciato negli angoli più nascosti della mia mente, sarei ugualmente felice. Invece mi tocca vedere questa serie da semplice spettatore... e sono felicissimo ugualmente.
Gus è stato sconfitto, ma per Walther White le difficoltà non accennano a diminuire. E proprio quando tutto sembra essersi risolto, le cose precipitano drasticamente. Ora persino la sua identità al segreto non è più al sicuro e rischia di perdere tutto quello per cui ha lottato...
Vedere fino alla fine Breaking bad è una strana esperienza. Non raggiunge la crudezza o il sadismo di True detective, lì penso che per chiunque seguire fino alla fine una stagione così sarebbe stato davvero molto difficile, però ti lascia davvero con l'amaro in bocca col passare delle stagioni. E non perché peggiora sempre di più mano a mano che va avanti, anzi, con la progressione cronologica il livello sembra innalzarsi sempre di più, e tolta una manciata di puntate forse un po' noiosette (ma che riescono comunque a dare degli spunti e degli indizi interessanti) tutto il resto è oro che cola. La creatura di Vince Gilligan vive di vita propria e si insinua nella mente dello spettatore per lungo tempo, lasciandogli sempre addosso la sensazione di essere cresciuto con questo telefilm anche se, come me, se l'è sparato in poco meno di sei mesi. E dire che prima di vedere questo fantomatico gran finale o aspettato un paio di mesi, perché volevo essere psicologicamente pronto. Volevo assimilare tutto quello che avevo visto, volevo farmi le mie congetture sui possibili finali e volevo capire perché aveva finito per piacermi così tanto. E penso di averlo capito, ho cominciato a comprendere come mai quella (attuale) testa pel
ata di Walther Withe mi si era insediata nelle meningi con così tanta prepotenza assassina. Perché alla fine lui è uno di noi, egli è l'esternazione di quello che ogni persona vorrebbe essere nella vita. E non c'entra direttamente il cucinare metanfetamina, quello è solo un contorno per favorire la serialità degli eventi. Stiamo parlando di un superuomo, un ubermensch, un individuo che agisce in piena e totale libertà, senza dover rendere conto a nessuno. Idealmente divisa in due atti, questa quinta e ultima stagione presenta lo snodo principale della vicenda e della psicologia dell'uomo che sta dietro il mito di Heisenberg. Assistiamo al suo lento degrado, alla sua sfrenata voglia di conquista perché, se tutto è iniziato per una necessità - quella di avere abbastanza soldi da lasciare alla sua famiglia una volta morto - perché la cosa è poi continuata? Perché continuare un'azione illegale che sicuramente porterà gran danno a terzi? Perché, fondamentalmente, la cosa lo faceva sentire vivo. Perché per una volta ha abbandonato un lavoro che odiava, ha tolto i panni del mite Walther Withe e si è trasformato nel ferocissimo Heisenberg, un uomo che non deve rendere conto a nessuno e che ha saputo costruire un impero sporcandosi le mani senza problemi. Quindi la serie inizia con Walt che diventa sempre più ossessivo nella sua smania do successo e finisce con lui che chiude tutti i conti. Un finale che per quanto riguarda le azioni non è nulla di che. Quelle, come già detto, servono solo a costruire il canovaccio seriale. E' il vederlo ammettere questa cosa, l'assistere a quella prova di umanità così limpida e sincera che davvero spezza il cuore. Quando inizieranno i titoli di coda dell'ultimo, strabiliante episodio, ci sarà una sola domanda che ci verrà da porgersi. Vale davvero la pena condurre un'esistenza di privazioni e sofferenze, oppure si dovrebbe fare proprio come ha fatto Walt? E tutto il dolore che una simile scelta comporterebbe, è giustificabile dinanzi all'illusione/convinzione di aver vissuto una vera vita? Perché si sa, Icaro è volato troppo vicino al sole e le sue ali di cera si sono sciolte... ma almeno lui è riuscito a volare. E solo quando guardi il mondo da un'adeguata altitudine la prospettiva sembra davvero cambiare, o forse pure quella è un'altra illusione.Senza dubbio la serie più bella che ho visto finora. Un capolavoro di scrittura, recitazione e snodo narrativo. E si spera che lo spin-off Better call Saul sappia essergli pari, dato che superarsi sarà davvero difficile.
Voto:
★★★★★