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Breathe In (USA 2013) Regia: Drake Doremus Sceneggiatura: Drake Doremus Cast: Felicity Jones, Guy Pearce, Amy Ryan, Mackenzie Davis, Ben Shenkman, Matthew Daddario, Elise Eberle Genere: traditore Se ti piace guarda anche: The Affair, American Beauty, Lost in Translation
Respirate. Inspirate e poi espirate. Ancora. Inspirate e poi espirate. Perché vi sto chiedendo di farlo? Perché se no morite, babbei! Continuate a farlo, mi raccomando, anche mentre leggete questo post. Siate multitasking. Lettete e respirate. Una cosa non esclude l'altra. Breathe in and breathe out. Inspirate ed espirate. Così si fa. Non è difficile. E a proposito di Breathe In, questo è il titolo del film di cui vi parlo oggi. La regia è firmata da Drake Doremus, un nome nuovo della scena indie americana, quella più fighetta e Sundance style, che si era segnalato con il suo precedente Like Crazy. Un dramma romantico molto acclamato nel mondo alternative ma che, nonostante la presenza in un piccolo ruolo di una sfavillante Jennifer Lawrence e nonostante fosse la classica pellicoletta indie con tutte le carte in regola per piacermi, non mi aveva conquistato particolarmente. A segnalarsi in quel film, oltre alla Jenniferona nostra, c'era la protagonista femminile principale, Felicity Jones. La cocca del regista che ritorna in Breathe In, dove domina la scena.
Felicity Jones. Magari la conoscete già, se invece non la conoscete già, segnatevi il suo nome eh già. La fanciulla inglese classe 1983 vista in Hysteria, The Tempest, Albatross, Chalet Girl, in The Invisible Woman, film su Charles Dickens di e con Ralph Fiennes, in varie produzioni tv made in UK e in un piccolo ruolo in The Amazing Spider-Man 2, nonostante i 30 anni passati sembra una ragazzina e infatti in Breathe In ha la parte della studentessa britannica che va a farsi un anno di liceo negli USA. Scambio culturale. Lo sappiamo bene tutti quale scambio culturale farà la ragazza. No, non con i suoi compagni liceali, bensì con il padre della ragazza che la ospita. Hai capito la puttanella inglese!
Ciò che a Breathe In preme raccontare non è però tanto l'attrazione di tipo sessuale, pur ben presente, tra l'affascinante Felicity Jones e il padre di famiglia musicista interpretato da Guy Pearce, attore che sarà bravo e tutto ma che a me continua a non dire nulla. L'arrivo della pretty little British zoccoletta sconvolge la vita all'uomo. Non soltanto perché gli fa tornare operativa quella parte del corpo che senza Viagra ormai sonnecchiava da tempo, ma anche perché gli ricorda chi era da ragazzo, cosa voleva diventare prima che il matrimonio e la paternità si mettessero di mezzo tra lui e i suoi sogni di una carriera in ambito musicale. È un po' il classico film sulla crisi di mezza età non troppo distante da American Beauty e affini, solo girato con uno stile più da indie movie di oggi. Ad accompagnare e a regalare una maggiore poesia al tutto ci pensano le belle note pianistiche di Dustin O'Halloran, l'autore delle musiche della serie Transparent e uno dei compositori più ricercati oggi dal piccolo e dal grande schermo. In più, sempre a proposito di serie tv, nella parte dell'amica (almeno prima che gli trombi il padre) della protagonista troviamo Mackenzie Davis, una delle attrici rivelazione dell'anno passato grazie al suo ruolo da programmatrice punk nella consigliatissima Halt and Catch Fire.
A fare la differenza comunque come detto è lei: Felicity Jones. È con il suo spaesamento, vagamente dalle parti della Scarlett Johansson in trasferta giapponese di Lost in Translation, che la pellicola riesce a discostarsi dal modello American Beauty e a trovare una sua personalità, una sua voce. Breathe In non è allora solo un film sulla crisi di mezza età maschile, la parte meno convincente del lavoro di Drake Doremus, ma anche e forse soprattutto un coming of age al femminile. Merito di Felicity Jones, attrice che si sta segnalando in questi giorni nei cinema italiani con La teoria del tutto, pellicola in cui ha la parte della moglie di Stephen Hawking e che le è valsa una nomination ai Golden Globe e una agli Oscar. Non dite poi che Pensieri Cannibali non ve l'aveva già segnalata e non dite che Pensieri Cannibali non serve a niente. Pensieri Cannibali vi ricorda infatti di inspirare ed espirare. Inspirare ed espirare. Se no morite. Breathe in. Breathe out. Dai che ce la fate anche da soli. (voto 6,5/10)
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