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Brebemi letale per gli agricoltori ma Renzi la inaugura con Martina e Lupi!

Creato il 19 luglio 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

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Bergamonews ha dato ampio rilievo alla protesta degli agricoltori del territorio sventrato dalla Brebemi, l’autostrada che vale un suicidio dell’economia e dell’ambiente, uno spreco, un danno incomprensibile. Gli espropri per l’85% dei casi non sono stati pagati del tutto, i ticket costeranno il doppio, l’autostrada doveva essere privata e invece è stata pagata dallo Stato quando non ci sono flussi di traffico sufficienti, tanto più a lato dell’A4. Sempre Bettoni doveva tutelare gli agricoltori in Confagricoltura invece ha difeso la Brebemi che presiede, mentre fa parte dell’A4. Incredibile. Matteo Renzi accorrerà il 23 luglio per un’inaugurazione di pessimo gusto: non c’è da andare orgogliosi di una spesa simile. Non mancherà ovviamente Lupi; la presenza di Martina conferma più la complicità del governo che l’interesse per l’agricoltura.

Più di 3.000.000 di mq di fertile campagna persi per sempre. Con questo biglietto da visita che gli agricoltori bergamaschi, uniti ai “colleghi” delle altre provincie, hanno preso parte alla manifestazione promossa da Coldiretti Lombardia sotto la sede di Infrastrutture Lombarde: “Oggi siamo scesi in piazza – spiega il presidente di Coldiretti Bergamo Alberto Brivio – per denunciare quanto sta accadendo e per dare voce alle nostre aziende coinvolte, o meglio ‘travolte’, da queste infrastruttura, affinché, al di là del danno che hanno subito, abbiano almeno garanzie sui loro diritti. Abbiamo però voluto anche riaffermare il principio che il terreno agricolo è un bene ‘irriproducibile’ e quindi deve essere gestito con estrema lungimiranza. Brebemi e Tav ormai sono già definite ma resta da affrontare la partita di tutto ciò che attorno a queste arterie verrà costruito in futuro. Purtroppo è concreto il rischio che un’altra fetta importante di agricoltura venga nuovamente sacrificata”.

Anche se a breve la Brebemi verrà aperta sono ancora molti i nodi cruciali irrisolti e denunciati da tempo da Coldiretti: l’85% delle aziende è ancora in attesa del saldo degli espropri mentre a circa il 5 % non sono stati corrisposti neppure gli anticipi. Tutte le aziende invece sono ancora in attesa del decreto di esproprio. Questo significa che tutta l’area su cui sono state costruite l’autostrada e le opere connesse fiscalmente risulta ancora di proprietà degli agricoltori, che pur non potendola più coltivare perché già coperta da colate di cemento o asfaltata, devono ancora farsi carico delle tasse che la riguardano, come IMU, IRPEF e Bonifica. A questa situazione vanno ad aggiungersi gli oltre 2.300.000 mq di territorio espropriati per la Tav e le aree “fantasma” collocate tra le due opere e non più coltivabili perché irraggiungibili, ma sempre a carico degli agricoltori per quanto riguarda le imposte: “Sono diverse le aziende fortemente danneggiate da Brebemi – sottolinea Brivio – ed è inammissibile che a cinque anni dall’avvio dei lavori non abbiano ancora ricevuto l’intera somma prevista per gli indennizzi. Per essere competitive però hanno dovuto reinventarsi e reimpostare la loro produzione, operazioni che hanno richiesto ingenti investimenti. Basti pensare che su tutte le aree divorate dalle infrastrutture e dalle opere connesse si sarebbero potuti produrre ogni anno oltre 35 milioni di kg di tranciato di mais per l’alimentazione del bestiame. Oggi invece le aziende devono accollarsi ulteriori costi per l’acquisto del foraggio mancante”.

Le testimonianze degli agricoltori

Renato Maestri ha 39 anni e una laurea in produzioni animali. Con i fratelli Paolo e Rosanna gestisce un’azienda agricola a Treviglio con un carico di 230 bovini di cui 100 vacche da latte: “Negli ultimi anni – spiega Renato – abbiamo lavorato molto per sviluppare l’azienda agricola avviata da nostro padre e renderla sempre più moderna ed efficiente. Purtroppo Brebemi ha in parte vanificato i nostri sforzi e abbiamo dovuto affrontare difficoltà impreviste. La nuova autostrada corre a poche centinaia di metri dalla nostra stalla e ci ha di fatto bloccato la possibilità di espanderci sul quel fronte. Oltre alle problematiche comuni a tutti per quanto riguarda la macchinosità degli indennizzi per gli espropri, dobbiamo affrontare non poche difficoltà per quanto riguarda gli accessi ai nostri fondi: le strade intrapoderali sono state frammentate e la nostra proprietà è stata praticamente tagliata in due e ora per raggiungere i nostri campi dobbiamo percorrere tragitti molto lunghi. I lavori hanno stravolto anche alcuni corsi d’acqua e uno scolmatore fognario posto a sud della nostra città, nei pressi della nostra azienda, creando in occasione di importanti piogge problemi di esondazione di materiale fognario dalla roggia Babbiona sulle nostre coltivazioni. Concludo con una provocazione: il prossimo 23 luglio la Brebemi verrà ufficialmente inaugurata, poiché il terreno che ci è stato espropriato per costruirla è ancora intestato noi e continuiamo a pagare le tasse (irpef, Bonifica e I.M.U.) che lo riguardano, potremo avanzare delle richieste sui pedaggi? Quando noi abbiamo i terreni, contestualmente all’acquisto li abbiamo anche pagati. Pur comprendendo le procedure di esproprio è necessario che vengano rispettati gli accordi sindacali in merito ai pagamenti e ai passaggi di proprietà”.

Paolo Andena, 64 anni, di Treviglio, con la moglie gestisce da oltre 20 anni un allevamento di cani e un maneggio. Per costruire la Brebemi gli hanno abbattuto la casa e quindi si sono dovuti trasferire nel centro di Treviglio, lontano dall’attività: “La Brebemi non solo ci ha stravolto la vita, ci ha costretti anche a ribaltare la nostra a azienda – spiega -; per la costruzione dell’autostrada infatti ci hanno espropriato metà della superficie che avevamo a disposizione e quindi abbiamo dovuto ricomporre tutto su un’area molto ristretta con tutti i disagi che questa situazione comporta. Nei due anni in cui abbiamo convissuto con il cantiere abbiamo avuto veramente moltissime difficoltà: ci hanno continuamente cambiato gli accessi all’azienda senza mettere alcuna segnalazione per cui per i nostri clienti era veramente difficile raggiungerci, anche perché la strada era ridotta in pessime condizioni e in caso di maltempo addirittura si trasformava in una distesa di fango. Hanno anche realizzato un fosso con una pendenza sbagliata e quindi dobbiamo affrontare continui allagamenti. Come se non bastasse, le forti vibrazioni causate dai lavori hanno lesionato un edificio che utilizziamo come scuderia e nessuno si vuole prendere la responsabilità di questi danni. Insomma, un vero e proprio incubo”.

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